Liturgia&Musica

VIII Domenica del Tempo Ordinario/C

di Massimo Palombella


Domenico Fetti (1589-?), Parabo0la della pagliuzza e della trave (Metropolitan Museum of Art, New York, USA)

Nel Vangelo di oggi (Lc 6,39-45) Gesù, attraverso la parabola del cieco che guida un altro cieco, della pagliuzza e trave nell’occhio e dell’albero che produce frutti, ci conduce ad un livello profondo della vita. Infatti, solo il contatto con noi stessi, la conoscenza della nostra interiorità e delle vere motivazioni del nostro agire, ci permettono una sana relazione con la realtà e una interlocuzione con un Dio che non è una nostra invenzione. Le semplici e plastiche immagini che Gesù propone – in un tipico linguaggio della cultura dove ha vissuto – ci dicono con chiarezza gli atteggiamenti di chi ha, o non ha una vita interiore, di chi è, o non è in contatto con sé stesso.

Se il Dio nel quale diciamo di credere esistesse davvero, lentamente dovrebbe condurci alla realtà, a conoscere noi stessi, a purificare le motivazioni del nostro agire e ad abbandonare – non senza fatica – tanti atteggiamenti e azioni che non dicono, nei fatti, la verità di noi.

La relazione con il vero Dio ci conduce fondamentalmente ad agire, e non più reagire, a vivere, e non più difenderci, a legarci, e non più scappare.

L’introito della celebrazione odierna è tratto dal salmo 17 (Sal 17, 19. 20) con il seguente testo:
Factus est Dominus protector meus et eduxit me in latitudinem:
salvum me fecit, quoniam voluit me.

(Il Signore è divenuto mio protettore, e mi ha condotto fuori, al largo;
mi ha salvato, perché mi ha amato)

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è del Consortium Vocale Oslo diretto da Alexander M. Schweizer.

Buona domenica e un caro saluto.

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