Liturgia&Musica

XXV Domenica del Tempo Ordinario/B

di Massimo Palombella

Carl Heinrich Bloch, Gesù e i bambini, (1865 e il 1879) Cappella del Castello di Frederiksborg (Danimarca)

Nel Vangelo di oggi (Mc 9, 30-37) Gesù insegna ai discepoli circa la sua passione, morte e risurrezione (“Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà”), ma essi, i discepoli, non capiscono le sue parole e hanno timore ad interrogarlo. Il “non capire” dei discepoli ci appartiene, e ci troviamo nella loro stessa situazione tutte le volte che ci scontriamo con qualche cosa che esce dai nostri schemi, dalle nostre aspettative, da ciò che per noi rappresenta una sorta di normalità.

Davanti alla novità è normale, all’inizio, non capire, ma potremmo cadere nella sottile tentazione di permanere nella “non comprensione”, codificando implicitamente un approccio alla realtà dove può esistere solo ciò che capiamo e che rientra nei nostri schemi. Tutto ciò potrebbe succedere anche con il Signore. In sostanza, potremmo costruirci un dio che fondamentalmente ci lascia tranquilli, avvalla e benedice tutte le nostre decisioni, un dio al quale rivolgiamo le nostre preghiere quando abbiamo tempo, e che deve assolutamente aiutarci quando abbiamo bisogno. È palese che un dio così non può esistere, analogamente ad un’esistenza dove trova posto solo ciò che comprendiamo. Questo dio e questa esistenza ci illudono di vivere in un silenzioso inganno che, lentamente, ci conduce a morire. Se il nostro rapporto con il Signore è autentico, vero, non senza fatica i nostri piccoli schemi vengono rotti, i nostri minuscoli e meschini orizzonti vengono dilatati, la nostra vita viene sanamente sfidata e condotta – dolcemente ma con fermezza – ad essere “vita in abbondanza”.

L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 137 (Sal 137, 7) con il seguente testo:
“Si ambulavero in medio tribulationis, vivificabis me, Domine:
et super iram inimicorum meorum extendes manum tuam,
et salvum me fecit dextera tua.”

(Se camminerò nella tribolazione tu mi darai vita, Signore,
stenderai la tua mano sull’ira dei miei nemici;
ed ecco la tua destra mi ha salvato).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è dei Regensburger Domspatzen diretti da Josef Kohlhaufl. La traccia musicale è reperibile nel CD “Cantate Canticum Novum: Gregorian Chants for the Liturgical Year” pubblicato da NAXOS of America nel 2013.

Buona domenica e un caro saluto.

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