Liturgia&Musica

II Domenica del Tempo Ordinario/C

di Massimo Palombella

Paolo Caliari detto il Veronese, Nozze di Cana, 1563, Museo del Louvre, Parigi

Nel Vangelo di oggi (Gv 2,1-12) Gesù partecipa, a Cana di Galilea, ad una festa di nozze dove compie il suo primo miracolo trasformando l’acqua in vino.

Originariamente questo avvenimento faceva parte della solennità dell’Epifania – insieme al Battesimo – come attesta l’antifona al Magnificat dei secondi Vespri della stessa Solennità:
“Tribus miraculis ornatum diem sanctum colimus:
hodie stella magos duxit ad praesepium;
hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias;
hodie in Iordane a Ioanne Christus baptizari voluit,
ut salvaret nos, alleluia.”

(Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo:
oggi la stella ha guidato i magi al presepio,
oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze,
oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano
per la nostra salvezza, alleluia).

È interessante notare che il primo miracolo di Gesù è molto semplice, si innesta nella vita ordinaria e risolve un problema pratico, il fatto che non c’era più vino. Ed è proprio nella nostra vita “ordinaria” che il Signore ci attende, nei problemi pratici, nelle scocciature di ogni giorno, nelle persone con le quali facciamo fatica a relazionarci, in ciò che tendenzialmente eviteremmo. Il Dio cristiano ci attende nella “realtà”, e ogni relazione con Dio che non ci conduce lentamente alla “realtà”, ad affrontare i problemi, a perdonare, a mettere in questione schemi ancestrali, a fare il proprio dovere, a continuare a studiare ed aggiornarci, a conoscere noi stessi, a maturare nelle nostre relazioni con le persone… È un rapporto con un Dio che “inventiamo” – ma che non esiste – nell’illusione di stare puntualmente bene.

La relazione con il Dio cristiano implica – come ogni vera relazione umana – una fiducia, una “consegna”, un fare “qualsiasi cosa” Lui ci chiede. Solo in questa prospettiva possiamo iniziare a sentire il retrogusto di quella “vita in abbondanza” che tanto desideriamo.

L’antifona di ingresso, l’Introito della celebrazione odierna è tratto dal Salmo 65 (Sal 65, 4) con il seguente testo:
“Omnis terra adoret te Deus
et psallat tibi psalmum
dicat nomini tuo altissime”.

(Tutta la terra ti adori, Dio,
e salmeggi a te:
canti un salmo al tuo nome, Altissimo).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione si trova su YouTube dove non sono presenti indicazioni.

Buona domenica e un caro saluto.

 

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