Liturgia&Musica

Domenica delle Palme/C

di Massimo Palombella

Pietro Lorenzetti (1280-1348), Entrata di Gesù a Gerusalemme, affresco (Basilica inferiore di San Francesco, Assisi)

Con la celebrazione odierna la Chiesa ci conduce nella Settimana Santa, settimana chiamata “autentica” nella Liturgia Ambrosiana, nel senso di “eminente” fra tutte le settimane dell’Anno Liturgico.

È interessante notare che le stesse persone che acclamo Gesù al suo ingresso a Gerusalemme pochi giorni dopo grideranno a Pilato “crocifiggilo!”

Esattamente come Pietro che era disposto a dare la vita per Gesù e davanti ad una serva lo tradisce.

Esattamente come ognuno di noi quando incontra ed è sopraffatto dalla propria debolezza.

Allora, io sono Pietro tutte le volte che per paura mento e tradisco.

Io sono Pilato quando evito i problemi e perseguo con determinazione un tipo di vita senza seccature e responsabilità.

Io sono Giuda tutte le volte che ritengo che il mio peccato e la mia debolezza siano più grandi di Dio.

Io mi identifico nei Sacerdoti, negli Scribi e in coloro che sono stati crocifissi insieme a Gesù tutte le volte che mi illudo che, trovando un capro espiatorio sul quale scaricare la mia rabbia, i miei problemi si risolveranno, e starò meglio.

Ma su tutti questi personaggi, esattamente come su ognuno di noi, esiste un disarmante sguardo amorevole e misericordioso del Signore.

Quello sguardo che va oltre ogni mio peccato, errore, incapacità, paura, vigliaccheria, e mi incontra nella verità e realtà del mio “poter essere”, del mio vero valore.

Quello sguardo che tocca e scioglie i miei insoluti e che mi permette di cambiare davvero la vita, di essere una persona migliore, di essere chi posso e sono chiamato ad essere.

L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 68 (Sal 68, 21. 22) con il seguente testo:
Improperium expectavit cor meum et miseriam;
et sustinui qui simul mecum contristaretur et non fuit;
consolantem me quæsivi et non inveni.
Et dederunt in escam meam fel, et in siti mea potaverunt me aceto.

(Il mio cuore si aspettò obbrobrio e miseria;
e attesi qualcuno che prendesse parte alla mia tristezza, ma non ci fu nessuno;
ho cercato chi mi consolasse e non l’ho trovato.
Mi hanno dato fiele in cibo e nella mia sete mi hanno abbeverato con l’aceto).

La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal libro degli “Offertoria totius anni” pubblicato a Venezia nel 1594 (Giovanni Pierluigi da Palestrina, Offertoria totius anni [Venetiis, apud Angelum Gardanum 1594]). L’interpretazione, dal vivo, è della Cappella Musicale del Duomo di Milano al concerto tenutosi in Milano nella Chiesa di san Gottardo in Corte il 3 aprile 2025.

Buona domenica e un caro saluto.

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