Domenica delle Palme/C
di Massimo Palombella

Con la celebrazione odierna la Chiesa ci conduce nella Settimana Santa, settimana chiamata “autentica” nella Liturgia Ambrosiana, nel senso di “eminente” fra tutte le settimane dell’Anno Liturgico.
È interessante notare che le stesse persone che acclamo Gesù al suo ingresso a Gerusalemme pochi giorni dopo grideranno a Pilato “crocifiggilo!”
Esattamente come Pietro che era disposto a dare la vita per Gesù e davanti ad una serva lo tradisce.
Esattamente come ognuno di noi quando incontra ed è sopraffatto dalla propria debolezza.
Allora, io sono Pietro tutte le volte che per paura mento e tradisco.
Io sono Pilato quando evito i problemi e perseguo con determinazione un tipo di vita senza seccature e responsabilità.
Io sono Giuda tutte le volte che ritengo che il mio peccato e la mia debolezza siano più grandi di Dio.
Io mi identifico nei Sacerdoti, negli Scribi e in coloro che sono stati crocifissi insieme a Gesù tutte le volte che mi illudo che, trovando un capro espiatorio sul quale scaricare la mia rabbia, i miei problemi si risolveranno, e starò meglio.
Ma su tutti questi personaggi, esattamente come su ognuno di noi, esiste un disarmante sguardo amorevole e misericordioso del Signore.
Quello sguardo che va oltre ogni mio peccato, errore, incapacità, paura, vigliaccheria, e mi incontra nella verità e realtà del mio “poter essere”, del mio vero valore.
Quello sguardo che tocca e scioglie i miei insoluti e che mi permette di cambiare davvero la vita, di essere una persona migliore, di essere chi posso e sono chiamato ad essere.
L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 68 (Sal 68, 21. 22) con il seguente testo:
Improperium expectavit cor meum et miseriam;
et sustinui qui simul mecum contristaretur et non fuit;
consolantem me quæsivi et non inveni.
Et dederunt in escam meam fel, et in siti mea potaverunt me aceto.
(Il mio cuore si aspettò obbrobrio e miseria;
e attesi qualcuno che prendesse parte alla mia tristezza, ma non ci fu nessuno;
ho cercato chi mi consolasse e non l’ho trovato.
Mi hanno dato fiele in cibo e nella mia sete mi hanno abbeverato con l’aceto).
La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal libro degli “Offertoria totius anni” pubblicato a Venezia nel 1594 (Giovanni Pierluigi da Palestrina, Offertoria totius anni [Venetiis, apud Angelum Gardanum 1594]). L’interpretazione, dal vivo, è della Cappella Musicale del Duomo di Milano al concerto tenutosi in Milano nella Chiesa di san Gottardo in Corte il 3 aprile 2025.
Buona domenica e un caro saluto.