Liturgia&Musica

XXVII Domenica del Tempo Ordinario/B

di Massimo Palombella

Nel Vangelo di oggi (Mc 10, 2-16) Gesù parla circa il matrimonio.

Pietro di Cristoforo Vannucci detto il Perugino (1448-1523), Sposalizio della Vergine (1501-1504) (Musée des Beaux-Arts, Caen, Francia)

Se ci sforziamo di comprendere in profondità e oltre ogni ideologia, l’affermazione di Gesù “l’uomo non divida quello che Dio ha congiunto” sottende una vita dove una ratio precede le scelte e tale ratio è una non facile conquista frutto del “discernimento”. Infatti, capire il punto, la situazione esistenziale dove Dio unifica la nostra vita è la vera questione della vita stessa. Senza questo la nostra vita non è “storia” ma solo un po’ di casuale e disordinata “geografia”, che solo ci sfibra e stanca. Comprendere dove Dio “salda” la nostra vita è entrare in un processo nel quale lentamente tutto trova collocazione, dove ogni variabile (compresa la sofferenza, la separazione) è attratta ed ordinata da un punto magnetico capace di strutturare in unità tutta la nostra esistenza. Ma, discernere non è facile, e tante volte sbagliamo per inesperienza, per la nostra inadeguatezza alla vita, inadeguatezza della quale spesso non siamo del tutto responsabili. I pesi da portare sono tanti, e, nonostante la conquistata “ratio”, può capitare che questi pesi ci schiaccino e ci facciano smarrire la strada, ci portino a rompere e perdere le cose più preziose della nostra vita. In sostanza, può succedere che la nostra debolezza divenga l’unico criterio della nostra vita. Questo è successo anche a Pietro che ha tradito Gesù ed è ritornato a fare il pescatore, alla piccola vita che aveva prima di incontrare Gesù.

Qualunque cosa succeda nella nostra esistenza, il nostro Dio è in essenza amore e misericordia, e attraverso la nostra debolezza, le nostre cadute, i nostri fallimenti, le nostre inesperienze e immaturità – che tanto ci hanno fatto sbagliare e soffrire – attraverso tutto ciò ci conduce misteriosamente alla “vita in abbondanza”, alla stabilità della nostra vita, a “unificare” la nostra esistenza dove Lui da sempre ci attende con infinito e disarmante amore.

Il Graduale della celebrazione odierna è tratto dal Salmo 89 (Sal 89, 1. 2) con il seguente testo:
“Domine, refugium factus es nobis, a generatione et progenie.
Priusquam montes fierent, aut formaretur terra et orbis:
a saeculo, et usque in saeculum tu es Deus.”

(Signore, sei divenuto nostro rifugio di generazione in generazione.
Prima che fossero fatti i monti e formati la terra e il mondo,
da sempre e per sempre tu sei Dio).

La traccia musicale si trova su YouTube dove non vi sono indicazioni circa l’interpretazione.

Buona domenica e un caro saluto.

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