XXIII Domenica del Tempo Ordinario/B
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Mc 7, 31-37) Gesù guarisce un sordomuto portandolo lontano dalla folla, toccandogli gli orecchi e la lingua e dicendo “Effatà”, “Apriti!”.
In quel sordomuto possiamo trovare ognuno di noi. Infatti, ci ritroviamo con delle incapacità, degli impedimenti, con del “blocchi” che riguardano la nostra vita interiore. E spesso queste incapacità vengono dalla nostra storia, dalle nostre relazioni ancestrali. In qualche modo, ci ritroviamo con dei pesi da portare che non abbiamo scelto, e non sono neanche qualcosa che ci meritiamo per il nostro comportamento.
Il Signore può “guarirci”, sciogliere i nostri blocchi se, come il sordomuto, ci lasciamo toccare da Lui, se diveniamo lentamente capaci di stare davanti al Signore con la nostra debolezza, con ciò che nella nostra vita non funziona, nonostante tutti i nostri sforzi.
Stare davanti al Signore con la nostra debolezza significa accettarla, non nasconderla più a noi stessi e agli altri, prendere lentamente consapevolezza che la nostra debolezza è il luogo privilegiato per incontrare il Signore, per conoscere noi stessi, per vivere nella verità.
L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal capitolo 9 del Libro di Daniele (Dn 9, 4.17.19) con il seguente testo:
“Oravi ad Dominum Deum meum ego Daniel, dicens:
Exaudi, Domine, preces servi tui:
illumina faciem tuam super sanctuarium tuum:
et propitius intende populum istum,
super quem invocatum est nomen tuum, Deus.”
(Io, Daniele, pregai il mio Dio dicendo:
Ascolta, Signore, le preghiere del tuo servo:
fa’ splendere il tuo volto sul tuo santuario
e volgiti propizio a questo popolo,
sul quale è stato invocato il tuo nome, Dio).
La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal libro degli “Offertoria totius anni” pubblicato a Roma nel 1593 (Offertoria totius anni [Romae, Apud Franciscum Coattinum, 1593]). L’interpretazione, dal vivo, è della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” alla Celebrazione Papale per la Canonizzazione di Madre Teresa, il 4 settembre 2016.
Buona domenica e un caro saluto.