XXII domenica del Tempo Ordinario/A
di Massimo Palombella
Buona XXII Domenica del Tempo Ordinario.
Nel Vangelo di oggi (Mt 16, 21-27) Gesù rimprovera Pietro per il suo modo di pensare. Pietro non “pensa secondo Dio”, e cioè, la sua visione del mondo, le scelte che ordinariamente opera, il modo di impostare e vivere le sue relazioni… tutto questo, in sostanza, è lontano da cosa Gesù farebbe.
Il rimprovero di Gesù a Pietro è molto interessante per la nostra vita. Infatti, spesso, e forse in modo implicito, ci convinciamo che l’essere cristiano si esaurisca con l’adempimento di alcune pratiche religiose. Ma Gesù ci sfida nel cuore della nostra vita, ossia, dove prendiamo le nostre decisioni, dove facciamo le nostre vere valutazioni, dove decidiamo davvero il nostro futuro…
Credere in Dio, essere cristiano è un “seguire” Gesù. Questo significa entrare in un processo “dinamico”, di continuo cambiamento, dove lentamente io imparo ad accettare positivamente la mia vita, la mia storia, imparo a “portare la mia croce”. Imparo ad non investire più energie per essere ciò che non sono, per apparire in un certo modo… imparo, sostanzialmente, a vivere nella verità.
Non è un percorso facile, e tante volte potrei avere la tentazione di non camminare più, di sentirmi stanco e cercare la mia comodità in qualche puntuale sicurezza… Ma, se sono onesto, devo riconoscere che la prima lettura di oggi (Ger 20, 7-9) mi dice una profonda verità: “Nel mio cuore c’era come un fuoco ardente, trattenuto nelle mie ossa; mi sforzavo di contenerlo, ma non potevo”. Questo “fuoco” è il segno concreto di quanto il Signore mi vuole bene e di come, con discrezione e senza usare violenza, conduce la mia vita alla verità nonostante la mia debolezza, il mio “non aver voglia”, la mia stanchezza… Questo “fuoco” è ciò che, alla fine, salva la mia vita, conferisce dignità alla mia vita, mi rende lentamente la persona che posso e devo essere.
L’antifona di Offertorio di oggi è tratta dal Salmo 39 (Sal 39, 14.15) con il seguente testo:
“Domine, in auxilium meum respice.
Confundantur et revereantur
qui quaerunt animam meam, ut auferant eam.
Domine in auxilium meum respice”
(Signore, volgiti al mio aiuto.
Siano confusi e svergognati,
quelli che cercano la mia anima per rapirla.
Signore, volgiti al mio aiuto)
La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal libro degli “Offertoria totius anni” pubblicato a Roma nel 1593 (IOAN. PETRO ALOYSIO PRAENESTINO, Offertoria
totius anni [Romae, Apud Franciscum Coattinum, 1593]).
L’interpretazione musicale è del The Lay Vicars of Chichester Cathedral. Il brano musicale è contenuto nel CD “Music for Lent and Passiontide. The Lay Vicars of Chichester Cathedral” (2016).
Buona domenica e un caro saluto.