Francesco Meneghello, Carlo Paniccià
Un progetto
Nel triennio 2009-2011 la rivista “La vita in Cristo e nella Chiesa” delle Pie Discepole del Divin Maestro offrì ai suoi lettori diverse proposte di canti originali per canto e organo partendo dalle antifone di comunione dei tempi forti (Avvento, Natale, Quaresima, Pasqua). Vennero composti testi ad hoc posti successivamente in musica da diversi musicisti liturgici che avevano frequentato il Corso di Perfezionamento Liturgico-Musicale (COPERLIM) della Conferenza Episcopale Italiana.
L’inno di comunione per la solennità dell’Immacolata Concezione (8 dicembre) Grandi cose si cantano è stato composto nel 2011 da Francesco Meneghello su testo di suor Maria Alessia Pantaleo (AJC).
Il contenuto testuale
Il testo ha come responsorio/ritornello l’antifona di comunione prevista dal Messale Romano per la solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria. Le strofe attingono dal Nuovo Testamento, in particolare dal vangelo di Luca che viene ascoltato nella Solennità, e dagli scritti giovannei (vangelo di Giovanni, libro della Apocalisse) in un crescendo di immagini che ripercorrono episodi in cui è protagonista la Vergine concepita senza macchia di peccato originale per poter accogliere nel suo ventre Dio Figlio.
Il contenuto musicale
L’inno viene proposto in duplice veste: la versione originale per canto all’unisono e organo e una versione più articolata per assemblea, coro e organo. Nonostante la struttura melodico-armonica delle due versioni sia coincidente, l’adattamento corale amplifica il testo sottolineandolo, facendo emergere la parole e le espressioni chiave della Sacra Scrittura. In evidenza l’aggettivo “beata”, nei diversi generi e numero: Maria è beata perché ha creduto e ha accolto, perché ha creduto alla Provvidenza nonostante le difficoltà superando la povertà dell’umanità che pensa di credere solo in se stessa. Beato chi seguirà l’esempio della Vergine sebbene comporti affrontare avversità.
Nella versione polifonica l’accompagnamento organistico diventa più ricco grazie alla presenza dell’introduzione, di un interludio dopo la terza strofa e di una coda finale: prestare cura nella scelta della registrazione organistica facendo ricorso ad una solida selezione di registri da 16′, 8′ e 4′ per la strofa, aggiungendo qualche fila di ripieno con un’ancia (dove disponibile e bene intonata) per il responsorio/ritornello, facendo sempre attenzione a non eccedere e a non coprire il coro.
Si consiglia di preparare per tempo e con attenzione il canto curando la corretta emissione e sostegno della voce per evitare di renderlo aspro o ridurlo a “canzonetta”. Stesso per la scelta dei tempi: saper curare il giusto stacco metrico in modo da non ridurlo al ridicolo con tempi molto veloci o lagnoso per un andamento troppo lento.
Uso rituale
La destinazione specifica è quello di canto di comunione nella solennità dell’Immacolata Concezione, ma può essere utilizzato, sempre per lo stesso rito, per feste e solennità mariane come l’Assunzione della Beata Vergine Maria (15 agosto), la festa della Natività (8 settembre), l’Annunciazione del Signore (25 marzo), Maria Madre della Chiesa (il lunedì dopo Pentecoste).
Il testo
Rit. Grandi cose si cantano di te, o Maria, perché da te è nato il sole di giustizia, Cristo, nostro Dio. Beata tu che hai creduto alle parole del Signore (cfr. Lc 1,46) e beati quelli che pur non avendo visto crederanno. (Gv 20,29) Beata tu che hai riempito la cesta vuota della mensa e beati gli invitati al banchetto di nozze dell'Agnello. (Ap 19,9) Beato il grembo che ha portato il Verbo della vita e beato chi ascolta e custodisce la Parola di Dio. (Lc 11,27-28) Beata tu rivestita di splendore e di grazia (cfr. Lc 1,28) e beato chi ha terso le sue vesti nel sangue dell'Agnello. (Ap 7,14)