Una voce, il mio diletto

Stefania Santoro


Una voce, il mio Diletto è liberamente ispirato al “Cantico dei Cantici”, sublime poema d’amore tra un uomo e una donna. In questa simbologia la Chiesa riprende il bellissimo dialogo tra il Creatore e la creatura interrotto nel giardino dell’Eden e lo ripropone in un rinnovato canto di primavera, in cui Dio realizza il suo progetto d’amore: «In lui ci ha scelti prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati al suo cospetto nella carità» (Ef 1,4).

Il Cantico esprime la relazione di Dio con il suo popolo, tra Cristo e la sua Chiesa. Amare ed essere amati è qualcosa di unico: è accogliersi e donarsi totalmente all’altro, diventando con lui una cosa sola, in un amore che si trasforma in conoscenza piena di colui cui ci si dona. Amare è vivere e vivere è amare.

La liturgia durante l’anno propone questo testo durante le celebrazioni delle feste e memorie delle Sante Vergini, nelle consacrazioni religiose e nel Sacramento del matrimonio.

La musica
Il brano, nel suo complesso, è incentrato su una melodia lineare e cantabile, ponendo in risalto l’attesa e il dialogo dell’Amato con l’amata, e non presenta particolari difficoltà ritmiche. L’introduzione alla strofa affidata al coro permette di entrare, quasi in punta di piedi, in questa immagine della sposa che sente l’avvicinarsi dello Sposo, rappresentato dal cervo che, saltando per i monti con la forza dell’amore, raggiunge la sua amata (alternanza delle crome e semiminime di b. 7), fino a sentire forte e chiara la voce dello Sposo che prepara in crescendo l’entrata del ritornello. L’invito pressante dell’ “Alzati”, eseguito dalle tre voci come un’eco di risposta dei tenori, viene sottolineato dall’accentuazione della croma puntata: il tempo ormai è cambiato, l’inverno è passato e nell’aria si ode già il canto della tortora e il profumo dei fiori che preannunziano l’arrivo della primavera.

Nel crescendo – diminuendo del “Vieni” si avverte la presenza del Signore, che invita la sposa a lasciare la sua dimora per unirsi a lui in un amore sponsale che non avrà mai fine. Per l’accompagnamento dell’organo si consigliano nella strofa registri dolci, per mettere in risalto il cantabile della voce principale; nell’approssimarsi del ritornello è possibile aggiungere ulteriori registri per rinforzare il crescendo e il forte. Si consiglia di porre particolare attenzione alle dinamiche espressive, per trasmettere all’ascoltatore la bellezza dell’amore sponsale contemplato nel volto di Cristo e della sua Chiesa.

Il canto ben si presta all’accompagnamento della processione di comunione.

Il testo

Una voce il mio Diletto
ecco viene saltando per i monti.
Ora parla il mio Diletto
fa sentire la sua voce.

Rit. Alzati, amica mia, Alzati, sorella mia,
Alzati, alzati mia bella e vieni.
perché l'inverno è passato: vieni!

Ho cercato il mio Diletto,
l’ho trovato, mai più lo lascerò
io sono del mio Diletto,
il mio cuore appartiene a Lui.

Ora parla il mio Diletto
e mi dice: vieni amica mia,
mia tutta bella, vieni,
ora il canto è già tornato.

Mia colomba che ti nascondi
nelle fenditure della roccia,
ora mostrami il tuo volto,
fa sentire la tua voce.

Autore

  • Suor Stefania Santoro è monaca dell’Ordine del SS. Redentore. Originaria di Atrani, ha studiato pianoforte con J.Carlos Parreira diplomandosi brillantemente al conservatorio “Gesualdo da Venosa” di Potenza. Fin da piccola è stata organista nella parrocchia di S. M. Maddalena, accompagnando il coro polifonico “S. Cecilia” e il coro dei bambini “Canta la Vita”, durante le celebrazioni liturgiche. Come pianista ha seguito corsi di perfezionamento con M.Regina Seidlhofer dell’Accademia di Vienna. Si è esibita in vari concerti da solista e in duo. Ha partecipato a concorsi nazionali ed internazionali distinguendosi per la musicalità e lo spirito di competizione riuscendo a posizionarsi sempre nei primi posti. Ha studiato composizione e ha conseguito il compimento inferiore di organo al Conservatorio ”S. Pietro a Maiella” di Napoli con Matteo Iannone. Nel 1998 è entrata nel Monastero Redentorista di Scala dove attualmente presta il suo servizio nell’ambito liturgico musicale. Ha seguito il corso online di “Musica per la Pastorale liturgica” dell’Istituto Anselmianum di Roma.

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Suor Stefania Santoro è monaca dell’Ordine del SS. Redentore. Originaria di Atrani, ha studiato pianoforte con J.Carlos Parreira diplomandosi brillantemente al conservatorio “Gesualdo da Venosa” di Potenza. Fin da piccola è stata organista nella parrocchia di S. M. Maddalena, accompagnando il coro polifonico “S. Cecilia” e il coro dei bambini “Canta la Vita”, durante le celebrazioni liturgiche. Come pianista ha seguito corsi di perfezionamento con M.Regina Seidlhofer dell’Accademia di Vienna. Si è esibita in vari concerti da solista e in duo. Ha partecipato a concorsi nazionali ed internazionali distinguendosi per la musicalità e lo spirito di competizione riuscendo a posizionarsi sempre nei primi posti. Ha studiato composizione e ha conseguito il compimento inferiore di organo al Conservatorio ”S. Pietro a Maiella” di Napoli con Matteo Iannone. Nel 1998 è entrata nel Monastero Redentorista di Scala dove attualmente presta il suo servizio nell’ambito liturgico musicale. Ha seguito il corso online di “Musica per la Pastorale liturgica” dell’Istituto Anselmianum di Roma.