Solennità del Natale del Signore.
di Massimo Palombella
In quel bambino fragile e indifeso che oggi contempliamo ci sono tutte le nostre debolezze, i nostri insoluti, tutto ciò davanti al quale “non riusciamo”, abbiamo paura e tendenzialmente evitiamo.
Quel bambino ci sta attendendo e invita ognuno di noi a mettere tutto ciò davanti alla mangiatoia dove Lui è deposto per assumere, portare su di Sé ogni nostra debolezza, insoluto, ogni nostro “non riuscire” e condurci, non senza croce, alla Risurrezione, alla “vita in abbondanza”.
“Tutto è stato assunto perché tutto è stato redento” (cf. Leone I, Tomus ad Flavianum)
Il versetto alleluiatico della Messa del Giorno del Natale del Signore (nella Liturgia Ambrosiana è il versetto alleluiatico della Messa della Notte) ha il seguente testo:
Dies sanctificatus illuxit nobis, venite, gentes, et adorate Dominum.
Quia hodie descendit lux magna super terram.”
(Un giorno santo si è acceso di luce per noi: venite popoli, ed adorate il Signore,
perché oggi è scesa una grande luce sulla terra).
La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal primo libro dei Mottetti a quattro voci pubblicato a Venezia nel 1571 (Giovanni Pierluigi da Palestrina, Motecta Festorum Totius Anni cum Communi Sanctorum Liber Primus [Venetiis, Apud filios Antonii Gardani 1571]).
La seconda parte del mottetto è particolarmente degna di nota: Palestrina inserisce un frammento testuale tipicamente pasquale. Haec dies quam fecit Dominus, recita il testo tratto dal salterio: questo è il giorno che ha fatto il Signore. Il salmista prosegue: exsultemus et laetemur in ea, rallegriamoci e in esso esultiamo.
Significativa è la realizzazione musicale di quest’ultima sezione: a livello di tecnica della notazione, Palestrina impiega la colorazione delle note che da bianche diventano nere e che, se eseguite seguendo con pertinenza le indicazioni dei colores minores, dovrebbero essere cantate improvvisando delle diminuzioni, e quindi con estrema leggerezza, dando così l’impressione che il mottetto non possa concludersi in questo punto e che richieda un’ulteriore sezione finale.
Vi è ancora da notare che l’uso del tempus imperfectum non diminutum quale mensura di questo mottetto introduce un tempo proprio del madrigale nel mottetto sacro.
L’apparente incoerenza delle scelte musicali di Palestrina non è altro che un brillante espediente con cui il compositore interpreta la teologia del testo musicato: il vero compimento del Natale è la Pasqua, e nell’Incarnazione del Verbo sono già annunciate la sua Passione, Morte e Resurrezione.
Il legno della mangiatoia che accolse il Cristo nascente è già l’immagine del legno della Croce che portò il Signore morente.
L’interpretazione, dal vivo, è della Cappella Musicale del Duomo di Milano al concerto tenuto al Duomo di Monza il 4 dicembre 2024.
Buon Natale di cuore e un caro saluto.