Liturgia&Musica

XXX Domenica del Tempo Ordinario/B

di Massimo Palombella

Duccio di Buoninsegna (1255–1319), Guarigione del cieco nato, (Museo dell’Opera Metropolitana, Siena)

Nel Vangelo di oggi (Mc 10, 46-52) Gesù a Gerico incontra Bartimèo, cieco, seduto lungo la strada a mendicare. Bartimèo, dopo aver gridato “Figlio di Davide abbi pietà di me!”, chiamato da Gesù, si alza in piedi e, “gettato via il suo mantello”, si reca da Gesù. Esattamente qui avviene un dialogo profondo che tocca in radice la nostra vita. Infatti, Gesù pone a Bartimèo una domanda, e la stessa domanda la fa personalmente ad ognuno di noi: “Che cosa vuoi che io faccia per te?”.

Per rispondere davvero alla domanda di Gesù, senza superficiali banalità, dobbiamo essere in contatto con i nostri bisogni, le nostre aspirazioni, i nostri profondi desideri, i nostri dolori, i nostri insoluti. Con questa domanda Gesù ci conduce alla radice, all’essenzialità della nostra vita, oltre ogni puntuale difficoltà. Ci conduce “oltre” i sintomi dei nostri malesseri per giungere a coglierne una causa, un’origine che spesso evitiamo di affrontare. “Oltre” il nostro puntuale bisogno di essere riconosciuti, di essere amati, “oltre” le nostre difficoltà relazionali, “oltre” i nostri ricorrenti mali fisici, “oltre” la nostra rabbia e insoddisfazione, “oltre” le nostre congetture per giustificare le nostre incapacità o debolezze.

In sostanza Gesù ci chiede delicatamente di “gettare via il nostro mantello” come ha fatto Bartimèo.

Questo “mantello” che solo appesantisce la nostra vita, che ci difende, ma insieme ci impedisce di vivere davvero, che ci fa stare comodi e seduti ma ci lascia ciechi e, in fondo, incapaci di vivere nella realtà. Senza mantello possiamo essere in contatto con noi stessi, riacquistare la vista, divenire lentamente gli uomini, le donne che possiamo e dobbiamo essere.

Il Graduale della celebrazione odierna è tratto dal Salmo 26 (Sal 26, 4) con il seguente testo:
“Unam petii a Domino, hanc requiram:
ut inhabitem in domo Domini omnibus diebus vitae meae.
Ut videam voluptatem Domini:
et protegar a templo sancto eius.”

(Una cosa sola ho chiesto al Signore, questa cercherò:
abitare nella casa del Signore.
Per vedere il gaudio del Signore
ed essere protetto dal suo santo tempio).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è della Schola Gregoriana Pragensis diretta dfa David Eben. La traccia musicale è reperibile nel CD “Liturgical Year. Gregorian Chant” pubblicato da Supraphon nel 1997.

Buona domenica e un caro saluto.

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