Solennità di Pentecoste
di Massimo Palombella

La celebrazione odierna, 50 giorni dopo la Pasqua, conclude il Tempo Pasquale.
Gli ebrei celebravano la festa “delle settimane” sette settimane dopo la Pasqua e tale festa riguardava originariamente il rendimento di grazie per i raccolti e, con il tempo, il ringraziamento per la proclamazione della Legge sul Sinai, cinquanta giorni dopo a liberazione dalla schiavitù d’Egitto. L’evento della Pentecoste cristiana, narrato in At 2,1-41 avviene nel contesto di tale festa ebraica.
Nei primi tempi della Chiesa la Pentecoste era considerata nella prospettiva unitaria della Pasqua, di cui il cinquantesimo giorno costituiva appunto la chiusura. Nel VII secolo si iniziò a celebrare la Pentecoste come memoria della discesa dello Spirito Santo e divenne una festa autonoma con un’ottava sganciata dal rapporto unitario e vitale con il Mistero Pasquale. La Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II ha soppresso l’ottava e ha ridato alla Celebrazione della Pentecoste il suo significato originario.
La Pentecoste è il compimento dell’Incarnazione, il “momento di entrare in comunione con la natura del Verbo, cioè di passare dalla vita naturale di prima a quella che trascende l’esistenza umana, e a ciò non potevamo arrivare se non divenendo partecipi dello Spirito Santo” (dal «Commento sul Vangelo di Giovanni» di san Cirillo di Alessandria, vescovo [Lib. 10; PG 74, 434]).
La separazione da Gesù avvenuta con l’Ascensione ci porta il dono dello Spirito Santo che riceviamo per “conoscere”, per essere capaci lentamente di stabilire quel personale rapporto con il Signore che ci rende davvero capaci, come lo furono gli Apostoli, di vivere per Lui, di fare la Verità, di affrontare le nostre paure, di portare i pesi, di essere in sostanza, le persone che possiamo e dobbiamo essere.
Il versetto del secondo alleluia della Celebrazione odierna ha il seguente testo:
Alleluia. Veni sancte spiritus, reple tuorum corda fidelium:
et tui amoris in eis ignem accende.
Alleluia. Vieni Spirito Santo, riempi il cuore dei tuoi fedeli
e accendi in essi il fuoco del tuo amore.
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è del “Choeur des moines de l’abbaye de Fontgombault”.
Buona domenica, buona Solennità di Pentecoste e un caro saluto.