VI Domenica di Pasqua/C
di Massimo Palombella

Nel Vangelo di oggi (Gv 14, 23-29, Gesù connette l’amore per Lui e la pace, la vera pace quella che Gesù stesso ci dona.
Se ci sforziamo di comprendere l’essenza di ciò che Gesù ci comunica, dobbiamo onestamente riconoscere la grande distanza tra il nostro ordinario modo di vivere e dove invece il Signore ci attende. Infatti, da un’eredità culturale-educativa, la nostra nozione di pace è sostanzialmente l’assenza di problemi, la tranquillità, una situazione a “basso contenuto energetico”. Il Signore ci chiede di andare “oltre” tutto ciò, oltre i problemi, le difficoltà, gli insoluti. Un “oltre” che si può perseguire solo assumendo tutto, passando dentro a tutto, per incontrare il vero Dio che ci sta attendendo insieme alla verità di noi. L’amore vero per il Signore è, alla fine, la consegna della nostra vita, è “lasciare” che Lui scriva la nostra storia, è lasciare che Lui possa rivelarsi ed essere trovato nella verità “oltre” ogni nostra invenzione, “oltre” ogni nostro “filtro”. È andare dove Lui ci attende, è imparare a chiedere al Signore di portarci dove Lui vuole. Lì, e solo lì, troveremo la pace, la Sua pace.
Il versetto del secondo Alleluia della Celebrazione odierna è tratto dal capitolo 16 del Vangeli di Giovanni (Gv 16, 28) con il seguente testo:
Alleluia. Exivi a Patre, et veni in mundum: iterum relinquo mundum, et vado ad Patrem.
(Alleluia. Sono uscito dal Padre e sono venuto nel mondo; di nuovo lascio il mondo e vado al Padre).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è del Chœur des moines de l’abbaye Saint-Pierre de Solesmes diretti da Dom Joseph Gajard. La traccia musicale è reperibile nel CD “Messes du temps pascal” pubblicato da BNF Collection nel 2013 (su una previa pubblicazione del 1962).
Buona domenica e un caro saluto.