IV Domenica di Pasqua/C
di Massimo Palombella

Nel Vangelo di oggi (Gv 10, 27-30) Gesù afferma di conoscere le sue pecore, e che le stesse pecore non andranno mai perdute perché nessuno le strapperà dalla sua mano.
Maturare lentamente l’esistenziale consapevolezza di essere conosciuto dal Signore, di “appartenere” al Signore in modo così profondo che niente e nessuno può strapparmi da Lui è il nucleo della vera stabilità della vita. È una profonda consapevolezza che perdiamo e riconquistiamo. È una relazione che, tra molteplici difficoltà, ci mantiene vivi, ci spinge a maturare – ad ogni età della vita – ci riconduce alla verità quando ci smarriamo. È una relazione fedele, che permane anche quando noi ci perdiamo, che ci attende per amarci esattamente come abbiamo bisogno, per condurci nuovamente “alle fonti delle acque della vita” e “asciugare ogni lacrima dai nostri occhi”. (Ap 7,17).
Il testo del primo alleluia della Celebrazione odierna è tratto Salmo 110 (Sal 110, 9) con il seguente testo:
Alleluia. Redemptionem misit Dominus in populo suo.
(Alleluia. Il Signore ha mandato a redimere il suo popolo).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è della Schola des Pères du Saint-Esprit de Chevilly diretta da Lucien Deiss. La traccia musicale è reperibile nel CD “Paroles de Dieu” pubblicato da ADF-Studio SM nel 2009.
Buona domenica e un caro saluto.