Liturgia&Musica

VI Domenica del Tempo Ordinario/C

di Massimo Palombella

Giovanni Da Fiesole detto Beato Angelico
(1395-1455), Discorso della montagna, (Museo Nazionale di San Marco, Firenze)

Nel Vangelo di oggi (Lc 6,17.20-26) Gesù, verso una gran folla di suoi discepoli e una gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, in un luogo pianeggiante, parla delle “beatitudini”.

È facile, e anche comodo, accontentarsi di una lettura “sociologica” di quanto Gesù afferma sostenendo implicitamente l’esistenza una sorta di “pole position” in relazione alla nostra salvezza. Sostanzialmente se sono povero, ho fame o piango, mi trovo una posizione “privilegiata” rispetto a chi ha una vita agiata, non soffre la fame ed è sereno davanti alla vita. Ma, in questa ingenua visione dimentichiamo che nessuno di noi sceglie i propri genitori, decide dove nascere, o il colore degli occhi o dei capelli… Quando nasciamo ci ritroviamo in una situazione fondamentalmente non scelta, situazione che diventa la nostra grande opportunità per costruire le persone che possiamo e dobbiamo essere. In relazione alla “salvezza”, alla vera realizzazione della nostra vita, l’unica cosa che conta è solo e soltanto l’esercizio della nostra libertà, quella caratteristica che, più di ogni altra ci rende, simili a Dio.

Possiamo nascere poveri o ricchi, ma questa non è una nostra scelta. È nostra scelta invece trasformare la situazione nella quale ci siamo ritrovati in un’opportunità e non in una “maledizione”.

Le caratteristiche che Gesù evidenzia, per le quali possiamo essere chiamati “beati”, non sono altro che nostre scelte, nostra responsabilità. Noi renderemo conto non della nostra ricchezza o povertà ma di come abbiamo saputo usare della nostra libertà per operare quelle scelte che, nella concretezza, dicono la verità di noi.

Il Graduale della celebrazione odierna è tratto dal Salmo 76 (Sal 16, 15-16) con il seguente testo:
Tu es Deus, qui facis mirabilia solus, notam fecisti in populis virtutem tuam.
Liberasti in brachio tuo populum tuum, filios Israel et Ioseph.

(Tu sei Dio che, solo, fai cose mirabili: hai reso nota la tua potenza fra le genti.
Col tuo braccio hai liberato il tuo popolo, i figli di Israele e di Giuseppe).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è della Nova Schola Gregoriana diretta da Alberto Turco. La traccia musicale è reperibile nel CD “Cantemus Domino. La psalmodie du soliste dans la Messe” pubblicato da Arion nel 2010.

Buona domenica e un caro saluto.

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