II Domenica del Tempo Ordinario/C
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Gv 2,1-12) Gesù partecipa, a Cana di Galilea, ad una festa di nozze dove compie il suo primo miracolo trasformando l’acqua in vino.
Originariamente questo avvenimento faceva parte della solennità dell’Epifania – insieme al Battesimo – come attesta l’antifona al Magnificat dei secondi Vespri della stessa Solennità: “Tribus miraculis ornatum diem sanctum colimus: hodie stella magos duxit ad praesepium; hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias; hodie in Iordane a Ioanne Christus baptizari voluit, ut salvaret nos, alleluia” (Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i magi al presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia).
È interessante notare che il primo miracolo di Gesù è molto semplice, si innesta nella vita ordinaria e risolve un problema pratico, il fatto che non c’era più vino. Ed è proprio nella nostra vita “ordinaria” che il Signore ci attende, nei problemi pratici, nelle scocciature di ogni giorno, nelle persone con le quali facciamo fatica a relazionarci, in ciò che tendenzialmente eviteremmo. Il Dio cristiano ci attende nella “realtà”, e ogni relazione con Dio che non ci conduce lentamente alla “realtà”, ad affrontare i problemi, a perdonare, a mettere in questione schemi ancestrali, a fare il proprio dovere, a continuare a studiare ed aggiornarci, a conoscere noi stessi, a maturare nelle nostre relazioni con le persone… È un rapporto con un Dio che “inventiamo” – ma che non esiste – nell’illusione di stare puntualmente bene.
La relazione con il Dio cristiano implica – come ogni vera relazione umana – una fiducia, una “consegna”, un fare “qualsiasi cosa” Lui ci chiede. Solo in questa prospettiva possiamo iniziare a sentire il retrogusto di quella “vita in abbondanza” che tanto desideriamo.
L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna è tratta dal Salmo 65 (Sal 65, 1. 2. 16) con il seguente testo:
Iubilate Deo universa terra, psalmum dicite nomini eius.
Venite et audite, et narrabo vobis, omnis qui timetis Deum,
quanta fecit Dominus animae meae, alleluia.
(Alzate voci di giubilo a Dio, terra tutta, cantate un salmo al suo nome.
Venite e ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e vi racconterò quanto ha fatto il Signore per l’anima mia, alleluia).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è della “Mönchsschola der Erzabtei St. Ottilien” diretta da Johannes Berchmans Göschl.
Buona domenica e un caro saluto.