Liturgia&Musica

Solennità dell’Epifania

di Massimo Palombella

Pietro di Cristoforo Vannucci, noto come Pietro Perugino (1448-1523), Adorazione dei Magi ( Galleria Nazionale dell’Umbria, Perugia)

Il termine “epipháneia” veniva utilizzato dai greci per indicare l’azione o la manifestazione di una divinità (attraverso miracoli, visioni segni…)

Nel III secolo i cristiani iniziarono ad indicare con il termine “Epifania” le manifestazioni divine di Gesù. Tra queste manifestazioni tre furono particolarmente sottolineate: l’adorazione da parte dei Magi (Mt 2,1-12), il Battesimo di Gesù al Giordano (Mt 3,13-17) e il primo miracolo avvenuto a Cana di Galilea (GV 2,1-11), come descrive chiaramente l’antifona al Magnificat dei secondi Vespri della solennità odierna (“Tribus miraculis ornatum diem sanctum colimus: hodie stella magos duxit ad praesepium; hodie vinum ex aqua factum est ad nuptias; hodie in Iordane a Ioanne Christus baptizari voluit, ut salvaret nos, alleluia” [Tre prodigi celebriamo in questo giorno santo: oggi la stella ha guidato i magi al presepio, oggi l’acqua è cambiata in vino alle nozze, oggi Cristo è battezzato da Giovanni nel Giordano per la nostra salvezza, alleluia]).

Come i Magi anche noi dobbiamo seguire la stella e quindi muoverci, cambiare, entrare in una logica dove l’essere “fermi” non dovrebbe esistere. Gli unici che non si muovono sono coloro i quali vogliono consolidare il loro potere, come faceva Erode e come tutti siamo sottilmente tentati a fare. Infatti, non cambre idea, non mutare i giudizi sulla realtà, aggrapparsi alla sicurezza della “tradizione”, delle cose “certe e sicure”, in fondo sottende una grande paura della realtà, una fondamentale inadeguatezza alla vita, delle necessarie separazioni non fatte… Un ambito della nostra esistenza dove tutti, se non vigiliamo, siamo non poco tentati.

Per vivere davvero occorre seguire la stella, mettersi in cammino. Non sappiamo quanto sarà lungo, faticoso o piacevole il viaggio, e dove la stella ci porterà. L’unica cosa certa è che, come i Magi, alla fine del viaggio proveremo una grande gioia.

L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna è tratta dal Salmo 71 (Sal 71, 10. 11) con il seguente testo:
Reges Tharsis et insulae munera offerent,
reges Arabum et Saba dona adducent,
et adorabunt eum omnes reges terrae, omnes gentes servient ei.

(I re di Tarsis e le isole offriranno doni,
i re degli Arabi e di Saba porteranno regali,
e lo adoreranno tutti i re della terra, tutte le nazioni lo serviranno).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è della Schola Gregoriana Monacensis diretta da Johannes Berchmans Göschl.

Buona festa e un caro saluto.

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