Liturgia&Musica

XXII Domenica del Tempo Ordinario/B

di Massimo Palombella

Achille Mazzotti, Gesù tra gli scribi e i farisei, 1844 (Accademia Nazionale di San Luca, Roma)

Nel Vangelo di oggi (Mc 7,1-8.14-15.21-23) i farisei e alcuni scribi si avvicinano a Gesù per chiedergli la motivazione in forza della quale i suoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi (i discepoli di Gesù prendono il cibo con le mani “impure”, senza averle lavate). È interessante notare che, spesso, ci troviamo anche noi nella stessa posizione degli scribi e dei farisei, e cioè con la fatica di accettare e metabolizzare il nuovo, qualcosa che, in qualche modo, va oltre i nostri schemi. Infatti, in modo diverso e in relazione alla nostra storia personale, tutti siamo sottilmente tentati a costruirci una sorta di “bolla” che ci difenda dalla “realtà” che percepiamo dura, destabilizzante e dalla quale abbiamo talvolta anche un po’ di paura. La “bolla” ci difende, ci preserva dal sentire dolore, tiene lontano tutto ciò che potrebbe destabilizzarci facendoci perdere quel fragile equilibrio conquistato e difeso con forza. Ma, la “bolla” ci fa investire tante energie – le nostre migliori energie – nel cercare in modo spasmodico cose “certe e sicure” e nel difenderci continuamente da tutto. In sostanza, la “bolla” ci illude di vivere ma, in fondo, è, in qualche modo, la nostra tomba. Il Signore ci attende fuori dalla nostra “bolla”, con le nostre paure, le nostre destabilizzazioni, la nostra fragilità. Ci attende per volerci bene come davvero abbiamo bisogno di essere amati, per curare le nostre ferite, per ascoltare il nostro dolore, per trasformare la nostra rabbia nella migliore delle nostre risorse. Se crediamo in un Dio che ci lascia nella nostra “bolla”, che non ci sfida, che non ci conduce alla verità, che non ci sprona a vivere nella realtà, forse questo Dio non esiste ma lo abbiamo creato, una volta di più, per difenderci, per tenere lontano tutto ciò che ci fa paura, per farci sonnecchiare anziché vivere.

L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 39 (Sal 39, 14.15) con il seguente testo:
“Domine, in auxilium meum respice.
Confundantur et revereantur
qui quaerunt animam meam, ut auferant eam.
Domine in auxilium meum respice.”

(Signore, volgiti al mio aiuto.
Siano confusi e svergognati,
quelli che cercano la mia anima per rapirla.
Signore, vogliti al mio aiuto.)

La musica allegata è di Alessandro Scarlatti (1660-1725) ed è una trascrizione del manoscritto 443 conservato nell’Archivio dell’Accademia Filarmonica di Bologna. Interpretazione: “La Stagione Armonica” diretta da Sergio Balestracci. La traccia musicale è reperibile nel CD “Alessandro Scarlatti: Responsories for the Holy Week: Good Friday” pubblicato da Sony Music Entertainment Switzerland GmbH nel 2020.

Buona domenica e un caro saluto.

https://www.cpdl.org/wiki/images/6/68/Ws-scar-dom.pdf

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