XVII Domenica del Tempo Ordinario/B
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Gv 6, 1-15) Gesù sfama la grande folla che veniva da lui.
È interessante notare la modalità con la quale avviene il miracolo della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Infatti, è un semplice ragazzo che permette questo miracolo offendo solo i suoi cinque pani d’orzo e due pesci.
In quel contesto, la logica dell’apostolo Filippo, che immediatamente quantifica la spesa di duecento denari per sfamare la folla, non funziona, non è efficace per Gesù che, invece, compie il miracolo attraverso istanze apparentemente insignificanti: un ragazzo, cinque pani, due pesci.
Tutto questo ci coinvolge profondamente perché, davanti alle grandi scelte della vita come sposarsi, essere padre, madre, entrare in seminario, accentare una sfida esistenziale, professionale, immediatamente, e in modo impercettibile, come Filippo cerchiamo i “duecento denari”.
In sostanza, attendiamo di essere maturi per sposarci, per avere un figlio, per entrare in seminario, attendiamo di avere le giuste competenze, la giusta esperienza per accettare una sfida.
Ma, i “duecento denari” non li avremo mai, non saremo mai maturi per un matrimonio, una genitorialità, per essere prete, per affrontare le sfide. Saremo solo ricchi dei nostri cinque pani e due pesci, delle nostre povertà, debolezze, incapacità e paure, delle quali, forse, ci vergogniamo anche un po’.
Eppure, è con questi cinque pani e due pesci che il Signore sfama una folla, è con questo nulla che ci conduce ad essere le persone che possiamo essere.
È con la nostra povertà accettata, consegnata, non più evitata e nascosta a noi e agli altri, che il Signore può condurci ad essere il marito, la moglie, il padre, la madre, il prete, il professionista che mai avremmo pensato di poter essere.
Il Signore ci attende nella verità, senza più difese, senza più progetti, senza più pianificazioni e strategie, per condurci lentamente alla “vita in abbondanza”.
L’antifona di Comunione della Celebrazione odierna è tratta dal Capitolo terzo del Libro del Proverbi (Prov 3, 9. 10) con il seguente testo:
“Honora Dominum de tua substantia, et de primitiis frugum tuarum:
ut impleantur horrea tua saturitate, et vino torcularia redundabunt.”
(Onora il Signore con i tuoi beni e con le primizie dei tuoi raccolti,
perché siano ricolmi i tuoi granai e i tini sovrabbondino di vino).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. La traccia musicale è reperibile su YouTube dove non sono presenti indicazioni circa l’interpretazione.
Buona domenica e un caro saluto.