Liturgia&Musica

XIII Domenica del Tempo Ordinario/B

di Massimo Palombella

Ilja Jefimowitsch Repin (1844-1930), Risurrezione della figlia di Giairo, 1871 (Museo russo, San Pietroburgo)

Nel Vangelo di oggi (Mc 5, 21-43) Gesù dice alla bambina, figlia di uno dei capi della sinagoga di nome Giairo, “Talità kum” (Fanciulla, io ti dico alzati).
Le stesse parole sono, in qualche modo, rivolte ad ognuno di noi. Gesù ci invita ad alzarci, a risorgere dalle nostre morti interiori, dalle paure che bloccano la nostra vita, dalla codificata menzogna che definisce alla nostra esistenza un piccolo orizzonte di apparente tranquillità, dagli insoluti che non ci permettono di perdonare e ci costringono a vivere sempre in un atteggiamento di reazione o di difesa.
Gesù, come con la bambina, prende la nostra mano, non ci lascia, ci rimette in piedi e ci fa risorgere dalle nostre morti.
Anche quando ci rivolgiamo a Lui in un modo “inconsueto”, quasi “superstizioso” come la donna malata che tocca il Suo mantello, Gesù ci incontra, ci guarisce, accoglie la nostra fede così com’è, e, attraverso le nostre povere motivazioni, le nostre debolezze ci conduce alla vita in abbondanza, ci dona la Sua pace.

L’antifona di ingresso, l’Introito, della Celebrazione odierna è tratto dal Salmo 46 (Sal 46, 2-3) con il seguente testo:
“Omnes gentes plaudite manibus.
Iubilate Deo in voce exsultationis.
Quoniam Dominus excelsus, terribils, rex magnum super omnem terram.”

(Genti tutte, battete le mani!
Acclamate Dio con voci di esultanza.
Perché il Signore è altissimo, terribile, grande re su tutta la terra).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è del Choralschule der Benediktinerabtei Münsterschwarzach diretto da Godehard Joppich. La tracci musicale è reperibile nel CD “Gregorian Chants” pubblicano da Christophorus nel 2020.

Buona domenica e un caro saluto.

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