Liturgia&Musica

IV Domenica del Tempo Ordinario/B

di Massimo Palombella

Gesù esorcizza l’indemoniato Geraseno (Hitda Codex, sec.XI)

Nel Vangelo di oggi (Mc 1, 21-28), nella sinagoga di Cafarnao, uno spirito impuro grida a Gesù “Che vuoi da noi Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci?” dichiarando contestualmente l’identità di Gesù “Io so chi tu sei: il santo di Dio!”.

Anche per noi, la conoscenza del vero Dio – non quello che ci inventiamo per illuderci di stare bene – potrebbe generare lo stesso grido di questo spirito impuro. Infatti, ci diamo da fare per pianificare la nostra vita, per fare le nostre scelte… E il vero Dio rischia di essere il grande assente in ogni nostro discernimento, in ogni nostra decisione importante, e di “entrare in gioco” solo per ratificare ciò che abbiamo deciso in modo assoluto e irrevocabile. Ma quando Dio ogni tanto si affaccia nella nostra vita, pone delle questioni, mette in dubbio le nostre decisioni, mostra orizzonti più ampi, allora anche noi – come lo spirito impuro – con rabbia urliamo “che vuoi da noi? Sei venuto a rovinarci?”. Dio allora rischia di “rovinare” i nostri piani, si permette di dire qualcosa sulla nostra vita, e, quindi, un Dio così, è meglio tenerlo lontano.

Spesso, se non stiamo attenti, rischiamo di credere in un Dio che fondamentalmente non esiste, un Dio che abbiamo inventato per stare tranquilli, per tacitare la nostra coscienza. Un Dio che basilarmente deve lasciarci sereni, e che interpelliamo solo quando ne abbiamo bisogno per avere risposte certe e sicure nella linea dei nostri definiti progetti.

Il vero Dio quando entra nella nostra vita è per allargare gli orizzonti, per farci vivere nella verità, che è la vera libertà. Può succedere che i nostri progetti vengano spazzati via, che ci ritroviamo dove non avremmo mai voluto andare, che ciò per cui abbiamo tanto faticato lo perdiamo. Ma quando davvero Dio entra nella nostra vita fa nuove tutte le cose, toglie ciò che non è necessario e ci conduce con pazienza e amore – nonostante le nostre ribellioni – a divenire le persone che possiamo e dobbiamo essere.

L’antifona di Comunione della Celebrazione odierna è tratta dal salmo 30 (Sal 30, 17. 18) con il seguente testo:
“Illúmina fáciem tuam super servum tuum,
et salvum me fac in tua misericórdia:
Dómine, non confúndar, quóniam invocávi te.”

(Fa’ splendere il tuo volto sul tuo servo
e salvami nella tua misericordia.
Signore, non sarò confuso perché ti ho invocato).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è del Coro dei monaci dell’Abazia di Chiaravalle milanese diretto da Giuseppe Gaffurini. La traccia musicale è reperibile nel CD “L’antico splendore del canto gregoriano” edito da La Gloria/Rusty Records nel 1991.

Buona domenica e un caro saluto.

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