III Domenica del Tempo Ordinario/B
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Mc 1, 14-20), Gesù, passando lungo il mare di Galilea, chiama Simone, Andrea, Giacomo e Giovanni.
Alla chiamata di Gesù “subito” Simone e Andrea lasciano le reti e lo seguono e, ancora “subito”, Gesù chiama Giacomo e Giovanni.
La parola “subito” può avere un significato temporale, e può essere sinonimo di “immediatamente”, ma può avere anche una valenza “esistenziale”. Infatti, ci sono delle decisioni che dovremmo essere capaci di attuare “subito”, non tanto temporalmente, quanto come atteggiamento interiore. Attendere di essere maturi per sposarci, per entrare in seminario, per avere dei figli, per prenderci cura delle persone, per affrontare le sfide che incontriamo, è una grande ed insieme sottile illusione. Non saremo mai maturi per tutto questo, ma lo diverremmo facendolo, fidandoci, rischiando, provando, amando…
Quando il Signore ci invita a seguirlo e come, per analogia, se ci chiedesse di fare un tuffo in una piscina piena d’acqua. Una piscina non vuota, perché il Signore non ci chiede mai cose “assurde”, cose “non umane”. Non sappiamo però se l’acqua nella piscina è pulita o sporca, non conosciamo la temperatura dell’acqua e neanche la profondità della piscina. E se per tuffarci continuiamo a pretendere di voler conoscere tutte queste informazioni, non ci tufferemo mai, non vivremo mai, non diventeremo mai le persone che possiamo essere.
“Subito” dobbiamo seguire il Signore, “subito” dobbiamo affrontare le sfide, “subito” dobbiamo tuffarci nella piscina. È normale avere paura, ma la paura non può essere, e non deve silenziosamente diventare l’unico criterio con il quale strutturiamo tutta la nostra vita.
L’introito della Celebrazione odierna è tratto dal capitolo IV del Vangelo di Matteo (Mt 4, 18) con il seguente testo:
“Dominus secus mare Galilææ vidit duos fratres,
Petrum et Andréam, et vocavit eos:
Venite post me: faciam vos fieri piscatores hominum”
(Il Signore presso il mare di Galilea vide due fratelli,
Pietro e Andrea, e li chiamò:
Venite dietro a me, vi farò diventare pescatori di uomini).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è della “Schola Antiqua” diretta da Román García-Miguel Gallego. La traccia musicale è reperibile nel CD “Octoechos Latino – El Canto Gregoriano Y Sus Sistemas Melódicos” pubblicato da Pneuma nel 2002.
Buona domenica e un caro saluto.