I Domenica di Avvento/B
di Massimo Palombella
Nel Rito Romano le quattro settimane che precedono la solennità del Natale prendono forma a Roma a cavallo tra il VI e il VII secolo all’interno della riforma liturgica promossa da Papa Gregorio Magno.
La Liturgia Ambrosiana ha conservato l’uso primitivo delle sei settimane di Avvento (uso testimoniato in Gallia e in Spagna verso la fine del secolo IV), tempo che inizia dalla domenica immediatamente successiva all’11 novembre (festa di San Martino) e termina con la vigilia di Natale.
Con l’Avvento inizia anche il nuovo anno liturgico, che vedrà in questo anno (B) la lettura del Vangelo di Marco.
Insieme all’attesa della nascita di Gesù, il tempo di Avvento ha una dimensione “escatologica” che ci invita a riflettere necessariamente sulla vera qualità della nostra vita, sull’effettivo esercizio della nostra libertà in ordine alle scelte che facciamo, su quanto cerchiamo e facciamo effettivamente la verità nella nostra esistenza.
Il carattere “escatologico” dell’Avvento ci conduce anche all’ascolto dei nostri desideri, dei nostri bisogni, delle nostre aspettative, e ad essere in contatto vero con tutta questa dimensione della nostra vita.
Il Signore che attendiamo nel Natale, e che un giorno, con infinita misericordia, giudicherà l nostra vita, è il compimento di ogni nostro desiderio. È Colui che sta “oltre”, e porta in sé ogni nostra debolezza, forza e passione. È Colui che ci dona ed è la “vita in abbondanza”.
Il Graduale della Celebrazione odierna è tratto dal salmo 24 (Sal 24, 3. 4) con il seguente testo:
“Universi qui te exspectant, non confundentur, Domine.
Vias tuas, Domine, notas fac mihi: et semitas tuas edoce me.”
(Tutti quelli che ti attendono non rimarranno confusi, Signore.
Fammi conoscere le tue vie, Signore, e insegnami i tuoi sentieri).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dall’ Antiphonale Romanum II pubblicato a Solesmes nel 2009. L’interpretazione è della Schola Gregoriana Pragensis diretta da David Eben. La traccia musicale è reperibile nel CD “Liturgical Year. Gregorian Chant” pubblicato da Supraphon nel 1997.
Buona domenica e un caro saluto.