Liturgia&Musica

XXIV Domenica del Tempo Ordinario/A

di Massimo Palombella

Michelangelo Merisi da Caravaggio, Sette opere di Misericordia, 1607 (Pio Monte della Misericordia, Napoli)

Nel Vangelo di oggi (Mt 18, 21-35) Gesù, alla domanda di Pietro circa quante volte occorre perdonare, afferma che il perdono va concesso “sempre” (è questo il significato del “settanta volte sette”).

Ancora una volta Gesù ci sfida non su cose puntuali ma sull’atteggiamento globale della nostra vita. Infatti, essere capace di perdonare davvero non è solo una questione di ascesi, ma il frutto di un vero cammino di maturazione dove impariamo a fare delle “separazioni”, ad andare “oltre” per giungere alla verità di noi. Ogni nostra difficoltà a perdonare, ogni rancore, ira e desiderio di vendetta (come indica la prima lettura, Sir 27, 30 – 28, 9), tutto ciò è sempre connesso ai nostri rapporti ancestrali, a quelle relazioni che nella nostra vita faticano ad essere armonicamente collocate, risolte, “perdonate”, “superate”.

Il Signore ci sfida proprio qui, ci invita a “lasciare le nostre reti” (Mc 1,16), a “separarci” da ciò che implicitamente ci tiene fermi, incatenati in orizzonti che non sono davvero nostri, per poter gustare la “vita in abbondanza” (Gv 10,10).

Perdonare “sempre” è allora una sfida che sottende accettare un cammino non facile con tanti passi avanti e altrettanti passi indietro, un processo “lento” e anche, talvolta, faticoso, come tutte le cose vere della nostra vita.

L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal capitolo 24 del libro dell’Esodo (Es 24, 4. 5) con il seguente testo:
“Sanctificavit Moyses altare Domino,
offerens super illud holocausta, et immolans victimas:
fecit sacrificium vespertinum in odorem suavitatis Domino Deo,
in conspectu filiorum Israel.”

(Mosè consacrò un altare al Signore,
offrendovi olocausti e immolandovi sacrifici:
fece il sacrificio della sera in soave odore per il Signore Dio,
alla vista dei figli di Israele).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è della “Schola Gregoriana Choir F. Paër”.

Buona domenica e un caro saluto.

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