Liturgia&Musica

XX Domenica del Tempo Ordinario/A

di Massimo Palombella

Annibale Carracci, Cristo e la Cananea, 1595 (Pinacoteca Stuard, Parma)

Nel Vangelo di oggi (Mt 15, 21-28) viene narrata la vicenda della donna Cananea che chiede aiuto a Gesù per sua figlia malata, e il suo chiedere aiuto è fatto con insistenza al punto che i discepoli implorano Gesù di esaudirla perché “ci viene dietro gridando”.

In generale, chiedere aiuto non è facile. È una eredità di una educazione ricevuta, abbiamo un’immagine da tutelare, ma soprattutto, chiedere aiuto è riconoscere la nostra debolezza, il nostro avere bisogno, il nostro “non riuscire più”, nonostante tutte le abili tecniche adottate.

Chiedere aiuto è entrare in contatto con la nostra debolezza e questo fa parte di un sano cammino di accettazione di noi stessi, esattamente come quando accettiamo di andare da medico perché riconosciamo di non stare bene.

Dio, il vero Dio, non quello che ci inventiamo per stare apparentemente bene, ci attende con la nostra debolezza, con la nostra richiesta di aiuto, senza più quei radicati schemi, quelle strutturate difese che assorbono tanta energia e ci illudono di vivere. Ci attende per amarci come abbiamo bisogno e condurci alla vita in abbondanza.

L’introito della Celebrazione odierna è tratto dal salmo 83 (Sal 83, 10. 11 et 2. 3) con il seguente testo:
“Protéctor noster, áspice, Deus, et réspice in fáciem Christi tui:
quia mélior est dies una in átriis tuis super mília.”

(Guarda, Dio nostro protettore, e considera il volto del tuo Cristo,
perché è meglio un giorno solo nella tua casa che mille altrove.)

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. La traccia musicale è reperibile su YouTube, dove non sono presenti indicazioni circa l’interpretazione.

Buona Domenica e un caro saluto.

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