Liturgia&Musica

Festa della Trasfigurazione del Signore/A

di Massimo Palombella

Raffaello Sanzio e Giulio Romano, Trasfigurazione del Signore, 1518-1520 (Pinacoteca Vaticana, Città del Vaticano)

L’origine di questa festa si può rintracciare all’epoca in cui l’imperatrice Elena volle la costruzione della Chiesa della Trasfigurazione sul Monte Tabor. La festa era ormai comune alle Chiese d’Oriente già nel V secolo mentre oggi la Trasfigurazione è una delle dodici grandi feste celebrate nella Chiesa ortodossa.

Papa Callisto III inserì questa festa nel Calendario Romano come ringraziamento per la vittoria ottenuta sui Turchi a Belgrado il 6 agosto 1456 da Janos Hunyadi e San Giovanni da Capestrano.

Nella trasfigurazione sul “monte santo” – individuato per tradizione nel Tabor -, Gesù si manifesta nello splendore della vita divina che è in lui, nella vita piena, nel compimento, anticipando nella storia quello che sarà la Risurrezione.

Anche nella nostra vita possiamo vivere momenti analoghi alla Trasfigurazione dove comprendiamo la nostra identità, sperimentiamo la pienezza della vita, il senso, il compimento, l’unità e la collocazione di ogni aspetto del nostro esistere. Sono momenti che ci vengono donati per la qualità della nostra vita quotidiana, per essere capaci di affrontare con la dignità e la forza che ci appartiene le inevitabili difficoltà che la vita di ogni giorno ci presenta, oltre ogni tentazione di fermare in una sorta di bolla antistorica questi momenti e continuare a ricercarli in modo spasmodico.

Nel sermone 78, sant’Agostino così commenta la Trasfigurazione in relazione all’Apostolo Pietro: “Scendi, Pietro; desideravi riposare sul monte: scendi; predica la parola di Dio, insisti in ogni occasione opportuna e importuna, rimprovera, esorta, incoraggia usando tutta la tua pazienza e la tua capacità d’insegnare. Lavora, affaticati molto, accetta anche sofferenze e supplizi affinché, mediante il candore e la bellezza delle buone opere, tu possegga nella carità ciò ch’è simboleggiato nel candore delle vesti del Signore… Discendi ad affaticarti sulla terra, a servire sulla terra, ad essere disprezzato, ad essere crocifisso sulla terra… Non cercare i tuoi propri interessi. Devi avere la carità, predicare la verità; allora giungerai all’eternità, ove troverai la tranquillità”.

L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 8 (Sal 8, 6.7) con il seguente testo:
Gloria et honore coronasti eum:
et constituisti eum super opera manuum tuarum, Domine.”

(Di gloria e di onore lo hai coronato
e lo hai costituito sopra le opere delle tue mani, Signore).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è del Coro Gregoriano De Lisboa diretto da Maria Helena Pires de Matos.

Buona Domenica e un caro saluto.

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