Liturgia&Musica

XV Domenica del Tempo Ordinario/A

di Massimo Palombella

Vincent van Gogh, Il seminatore al tramonto, 1888 (Museo Kröller-Müller, Otterlo)

Nel Vangelo di oggi (Mt 13, 1-23) Gesù narra la celebre parabola del seminatore. Oltre ogni interpretazione “efficentista” del produrre frutto – interpretazione alla quale siamo impercettibilmente tutti tentati nell’ingannevole illusione che il fare delle cose, e farle bene, è ciò che assicura l’essere “a posto” nella vita e nella relazione con Dio -, mi sembra interessante riflettere circa il “terreno buono”.

Potenzialmente tutti siamo un “terreno buono” e quindi abili a produrre quei frutti che sono in profonda connessione con la verità della nostra vita. In qualche modo, il divenire “terreno buono”, il passare lentamente da una potenzialità ad una realtà è il vero cammino sano della nostra vita dove, attraverso le nostre scelte, le nostre cadute, le nostre fatiche per rialzarci, umanizziamo la nostra vita, impariamo a conoscere noi stessi, a incontrare il vero Dio che ci attende per farci gustare la vita in abbondanza.

L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 24 (Sal 24, 1-3) con il seguente testo:

“Ad te Domine levavi animam meam, Deus meus, in te confido;
non erubescam, neque irrideant me inimici mei:
etenim universi qui te exspectant non confundentur.”

(A te ho innalzato la mia anima, Dio mio, in te confido:
che io non debba arrossire, né ridano di me i miei nemici,
poiché tutti quelli che ti attendono non rimarranno confusi).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. La traccia musicale si trova su YouTube dove non sono presenti indicazioni circa l’interpretazione.

Buona domenica e un caro saluto.

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