Liturgia&Musica

XIII Domenica del Tempo Ordinario/A

di Massimo Palombella

Cristo in trono, fine IV sec. (Roma, Basilica di Santa Pudenziana)

Nel Vangelo di oggi (Mt 10, 37-42) il linguaggio di Gesù può apparire duro e anche, all’interno di una certa visione della realtà, incomprensibile. Infatti, Gesù tocca alcune relazioni che nel nostro immaginario rappresentano degli ancestrali intoccabili: il padre, la madre, i figli, fornendo un criterio per discernere queste relazioni, e cioè il rapporto con Lui.

In sostanza il Signore ci sfida in ordine alla nostra identità. La relazione con Lui, se è autentica, dovrebbe condurci “oltre”. Oltre gli schemi educativi ricevuti, oltre quelle relazioni fondamentali della nostra vita, semplicemente per divenire persone libere, per comprendere e vivere la nostra identità. Solo l’andare “oltre” ci permette quella sana “separazione” che ci abilita a vere relazioni, a capire noi stessi, ad incontrare ed avere una relazione personale con il vero Dio, oltre e necessariamente ogni schema educativo ricevuto.

Non è un cammino semplice e non è mai compiuto. È da rinnovare ogni giorno nella ricerca del vero Dio, della nostra identità e di relazioni libere ad autentiche.

L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna è tratta dal Libro di Daniele (Dan 3,40) con il seguente testo:
“Sicut in holocaustis arietum, et taurorum, et sicut in millibus agnorum pinguium,
sic fiat sacrificium nostrum in conspectu tuo hodie, ut placeat tibi,
quia non est confusio confidentibus in te, Domine.”

(Come olocausto di arieti e di tori e come migliaia di grassi agnelli,
così sia il nostro sacrificio oggi al tuo cospetto perché ti sia gradito;
poiché non c’è confusione per chi confida in te, Signore)

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. La traccia musicale è reperibile su YouTube, dove non sono presenti indicazioni circa l’interpretazione.

Buona Domenica e un caro saluto.

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