XII Domenica del Tempo Ordinario/A
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Mt 10, 26-33) per ben tre volte Gesù dice ai suoi apostoli “non abbiate paura”. Il “non abbiate paura” di Gesù agli apostoli è rivolto ad ognuno di noi. Infatti, spesso la paura diventa il criterio portante di ogni nostra scelta. La paura di rimanere soli, la paura del giudizio degli altri, la paura che la nostra immagine – così scrupolosamente costruita – venga scalfitta, la paura di perdere le nostre sicurezze… La paura ci obbliga ad investire le nostre migliori energie non per vivere ma per difenderci, per mantenere le postazioni e, impercettibilmente, ci toglie la capacità di vivere nella realtà. Per dare un nome alla nostra paura – che si manifesta in diversificate modalità –, e per imparare lentamente a trasformarla in una risorsa, il Signore ci chiede di andare “oltre”, che significa lasciare ciò che non è necessario, liberarci da ciò che riteniamo – o ci hanno insegnato – essere indispensabile. La paura ci tiene fermi, ci costringe in un mondo non reale, limita la nostra vita, ci impedisce di appropriarci della nostra esistenza. Il Signore ci attende nella nostra paura per condurci oltre, a quella “vita in abbondanza” che solo con Lui possiamo sperimentare.
L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 16 (Sal. 16, 5. 6. 7) con seguente testo:
“Perfice gressus meos in semitis tuis, ut non moveantur vestigia mea:
inclina aurem tuam et exaudi verba mea:
mirifica misericordias tuas, qui salvos facis sperantes in te, Domine.”
(Rendi saldi i miei passi sui tuoi sentieri, perché non vacillino i miei piedi;
piega il tuo orecchio e ascolta le mie parole;
rendi mirabili le tue misericordie, tu che salvi quelli che sperano in te, Signore).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. La traccia musicale è reperibile su YouTube, dove non sono presenti indicazioni circa l’interpretazione.
Buona Domenica e un caro saluto.