XI Domenica del Tempo Ordinario/A
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Mt 9, 36 – 10, 8) Gesù chiama a sé i dodici discepoli per dare “loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità”.
Nel Vangelo sono indicati precisamente i nomi dei dodici, e anche, alla fine, quello di Giuda “colui che poi lo tradì”.
Nei dodici chiamati da Gesù c’è ognuno di noi. Ci sono le nostre capacità insieme ai nostri limiti, le nostre debolezze, la nostra storia, i nostri insoluti, esattamente come i dodici chiamati da Gesù.
Ed è con tutto ciò che noi siamo che il Signore ci chiama ad essere i papà e le mamme dei nostri figli, i preti che devono annunciarlo e testimoniarlo, gli uomini e le donne che devono portare il peso delle piccole e grandi responsabilità.
Seguire il Signore, lasciargli davvero spazio nella nostra vita, fidarsi realmente di Lui, è esercitare veramente la nostra libertà, è incamminarsi in quella strada di verità dove lentamente ci è data la possibilità di divenire le persone che possiamo e dobbiamo essere, dove le nostre debolezze, i nostri limiti, le nostre paure, possono divenire le migliori nostre risorse.
L’introito della Celebrazione odierna è tratto dal salmo 26 (Sal 26, 7. 9) con il seguente testo:
“Exáudi Dómine vocem meam, qua clamávi ad te:
adiútor meus esto, ne derelínquas me neque despícias me, Deus salutáris meus.”
(Ascolta, Signore, la mia voce, con la quale ti ho invocato:
sii mio aiuto, non abbandonarmi, non disdegnarmi, Dio mia salvezza).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. La traccia musicale è reperibile su YouTube, dove non sono presenti indicazioni circa l’interpretazione.
Buona Domenica e un caro saluto.