Solennità dell’Ascensione del Signore
di Massimo Palombella
La festività odierna fa memoria della salita al cielo di Gesù 40 giorni dopo la Pasqua.
Conseguentemente, la corretta collocazione liturgica della Solennità dell’Ascensione del Signore dovrebbe essere il giovedì della VI settimana di Pasqua (esattamente 40 giorni dopo la Pasqua). Nei paesi dove tale solennità non è vacanza si posticipa alla domenica successiva, la VII del Tempo di Pasqua.
La solennità odierna ci attesta che ciò che caratterizza e definisce il nostro essere umani, e cioè la nostra capacità di decidere, la nostra libertà – esattamente ciò per cui possiamo dire di essere ad immagine di Dio -, questa libertà supera il tempo e lo spazio e ci abilita a “vedere Dio”.
Ed è proprio la libertà, le nostre scelte di ogni giorno che lentamente scolpiscono il nostro volto eterno. La libertà è ciò che definisce la nostra continuità tra storia ed eternità dove avremo un corpo adeguato ad una dimensione dove non esisterà più spazio e tempo.
L’Ascensione del Signore è la separazione storica da Lui, e il dono dello Spirito Santo è ciò che ci abilita al discernimento, alla personalizzazione della vita oltre ogni infantile emulazione.
Il seguire davvero il Signore, il fare nostra la sua vita, l’entrare nella sua umanità significa divenire adulti, imparare a discernere, operare le necessarie separazioni, correre il rischio di sbagliare, sperimentare la feconda solitudine frutto delle sane separazioni che solo ci conducono alla vita in abbondanza.
L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 46 (Sal 46, 6) con il seguente testo:
“Ascendit Deus in iubilatione, Dominus in voce tubae, alleluia.”
(Ascende Dio tra voci di giubilo, il Signore al suono di tromba, alleluia).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è della “Capella Gregoriana”. La traccia musicale è reperibile nel CD “Passion & Ostern – Höhepunkte geistlicher Musik” pubblicato da BMG nel 2010.
Buona domenica e un caro saluto.
