IV Domenica di Pasqua/A
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Gv 10, 1-10) Gesù definisce sé stesso come “porta”, e attraversare questa “porta” significa per ognuno di noi collocare la vita, incontrare la “salvezza”, “trovare pascolo”.
La persona di Gesù non è solo un esempio da imitare, un modello “etico”, ma è centro della nostra vita, “è Colui che ci conosce e che ci ama; è il compagno e l’amico della nostra vita, è il principio e la fine; l’alfa e l’omega; è il Re del nuovo mondo; è il segreto della storia; è la chiave dei nostri destini” (Omelia di Paolo VI a Manila il 29 novembre 1970).
Passare per Lui, entrare nella sua umanità, rimanere in Lui nonostante tutte le difficoltà della vita, è ciò che assicura la vera qualità della nostra esistenza, è ciò che solo ci permette di gustare cosa significa “vita in abbondanza”.
L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna è tratta dal Salmo 62 (Sal 62,2.5) con il seguente testo:
“Deus, Deus meus, ad te de luce vigilo:
et in nomine tuo levabo manus meas, alleluia.”
(O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco
e nel tuo nome alzerò le mie mani, alleluia).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione, si trova su YouTube dove non sono presenti indicazioni.
Buona domenica e un caro saluto.