Liturgia&Musica

VI Domenica del Tempo Ordinario/A

di Massimo Palombella

Rembrandt Harmenszoon Van Rijn, Mosè con le tavole della legge, 1659 (Staatliche Museen, Berlino, Germania)

Nel Vangelo di oggi (Mt 5, 17-37), Gesù, parlando con i suoi discepoli, afferma che non è venuto per “abolire” ma per portare a “compimento”. Il riferimento fatto da Gesù alla Legge e ai Profeti non ci è estraneo perché, in una vera relazione con il Signore, ciò che esiste in noi si avvia lentamente a compiersi nella verità.

Infatti, quando la nostra relazione con il Signore è autentica, nel senso che si pone nella logica della dialogicità oltre ogni dio da noi inventato, impariamo a conoscere noi stessi, a muovere ciò che sembrava fermo e stabile, a percorrere strade mai immaginate, a dirci e fare la verità.

In questo cammino non facile e scontato, ci accorgiamo lentamente che davvero tutto si muove verso il “compimento”, verso la verità, e ciò che ritenevamo limite e debolezza si rivela essere silenziosamente la nostra più grande risorsa.

La vera relazione con il Signore ci rende più umani, ci raffina, ci conduce oltre gli schemi imparati per stare bene, ci conduce sostanzialmente “oltre”, perché tutto ciò che siamo possa vivere in pienezza e lentamente abilitarci alla profonda consapevolezza di cosa significa “vita in abbondanza”.

L’antifona di Offertorio della celebrazione odierna è tratta dal Salmo 118 (Sal 118, 12. 13) con il seguente testo:
“Benedictus es Domine, doce me iustificationes tuas.
In labiis meis pronuntiavi omnia iudicia oris tui.”

(Benedetto sei, Signore, insegnami i tuoi comandamenti.
Con le mie labbra ho pronunziato tutti i giudizi della tua bocca).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione si trova su YouTube dove non sono presenti indicazioni.

Buona domenica e un caro saluto.

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