Liturgia&Musica

V Domenica del Tempo Ordinario/A

di Massimo Palombella

Nel Vangelo di oggi (Mt 5, 13-16) Gesù definisce i suoi discepoli “sale della terra” e “luce del mondo”.

Considerando questa profonda identità donataci, potrebbe accadere che il nostro sale perda sapore e la nostra luce si affievolisca in relazione alle nostre scelte. Infatti, la nostra vera e profonda identità da cui derivano le cose più preziose che abbiamo, va custodita con cura, come un “tesoro in vasi di creta” per impedire alla nostra vita di sfilacciarsi, di divenire insipida e anche inutile.

Da adulti siamo tentati fondamentalmente sul cuore della nostra vita, su ciò che è il punto di stabilità e senso del nostro esistere. E siamo tentati con cose vere ordinate in modo falso al fine di destabilizzare la realtà centrale della nostra vita, perdere le cose più preziose e rimanere soli e nudi.

È dono di Dio percepire la nostra vita “insipida”, come è Suo dono accorgerci della tentazione. E la vita spirituale, la vita “interiore” funziona esattamente come quella “professionale” di alto livello dove, se non siamo esagerati, siamo già dei mediocri.

L’antifona di ingresso, l’Introito della celebrazione odierna è tratto dal Salmo 94 (Sal 94, 6. 7) con il seguente testo:
“Venite, adoremus Deum, et procidamus ante Dominum:
ploremus ante eum, qui fecit nos:
quia ipse est Dominus Deus noster.

(Venite, adoriamo Dio, e prostriamoci davanti al Signore;
piangiamo davanti a lui, che ci ha fatto,
poiché egli è il Signore nostro Dio).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione si trova su YouTube dove non sono presenti indicazioni.

Buona domenica e un caro saluto.

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