Liturgia&Musica

XXV Domenica del Tempo Ordinario/C

di Massimo Palombella

Carl Bloch, The Sermon on the Mount, 1890

Nel Vangelo di oggi (Lc 16, 1-13) Gesù narra la curiosa vicenda dell’amministratore disonesto lodato dal suo padrone perché ha agito con scaltrezza. Credo che l’aver agito con “scaltrezza” da parte dell’amministratore risieda nel fatto che per uscire dall’incomoda situazione ha coinvolto altre persone. In sostanza, l’amministratore ha colto che non poteva salvarsi da solo, ma che aveva bisogno degli altri.

Tutte le volte che ci illudiamo di essere felici da soli, di realizzare la nostra vita senza connessioni con gli altri, senza confronto, in fondo ci costruiamo una sorta di “bolla” che ci protegge dalla realtà e che , in qualche modo, funziona da anestetico.

Il vero Dio ci attende nella realtà, nel continuo confronto esistenziale e professionale, in una relazione con Lui che, per essere autentica, deve necessariamente includere le persone che ci stanno accanto, le nostre radici, le situazioni scomode, le relazioni destabilizzanti. La nostra relazione con il vero Dio – non con quel dio che ci inventiamo per stare bene – non può che essere inclusiva di tutto, una relazione che ci sfida e ci conduce alla verità di noi.

L’antifona di Comunione della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 118 (Sal 118, 4.5) con il seguente testo:

“Tu mandasti mandata tua custodíri nimis;
utinam dirigantur viæ meæ ad custodiendas iustificationes tuas.”

(Tu hai comandato di custodire con esattezza i tuoi comandamenti:
siano dirette le mie vie a custodire i tuoi precetti).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. La traccia musicale si trova su YouTube ove non sono presenti indicazioni circa l’interpretazione.

Buon domenica e un caro saluto.

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