XXII Domenica del Tempo Ordinario/C
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Lc 14, 1. 7-14), attraverso la parabola degli invitati a nozze, Gesù ci conduce, una volta di più, a riflettere sulle vere motivazioni del nostro agire, e su come queste, se non conosciute, incontrate ed educate, possono giocare brutti scherzi alla nostra vita.
Infatti, la vera maturazione consiste nel conoscere e fare proprie le profonde “pulsioni” che guidano e orientano, in verità, le nostre decisioni. Il nostro bisogno di essere amati, di essere riconosciuti e considerati, la nostra paura di rimanere soli, di non essere all’altezza, la nostra paura di legarci… Se tutto ciò non è conosciuto, incontrato, accettato e amato, fondamentalmente conduce la nostra vita, si insidia in ogni nostra scelta, anche quelle più nobili, e può divenire ciò che lentamente sgretola la nostra esistenza, rovina le cose più belle.
La vera relazione con il Signore ci conduce lentamente a “fare la verità”, a divenire intimi a noi stessi, a conoscere, accettare e amare le nostre debolezze per trasformarle nelle migliori delle nostre risorse divenendo così davvero capaci di incontrare le persone e volere bene loro in verità.
Il Graduale della Celebrazione odierna è tratto dal Salmo 101 (Sal. 101, 16.17) con il seguente testo:
“Timebunt gentes nomen tuum, Domine:
et omnes reges terrae gloriam tuam.
Quoniam aedificavit Dominus Sion,
et videbitur in maiestate sua.”
(Le genti temeranno il tuo nome, Signore,
e tutti i re della terra la tua gloria.
Poiché il Signore ha costruito Sion
e apparirà nella sua maestà).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è a cura della Choralschola St. Vincentius in Dinslaken (Germania) diretta da Bernhard Kösters.
Buona domenica e un caro saluto.