XXI Domenica del Tempo Ordinario/C
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Lc 13, 22-30), Gesù dice di sforzarci “di entrare per la porta stretta, perché molti cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno”.
La nozione di “porta stretta”, mi sembra di poter dire, che muta nel corso della nostra vita. Infatti esistono in ogni età della nostra esistenza diverse “porte strette” che ci sfidano. Affrontare gli studi e portarli a compimento, decidere circa la propria identità, imparare ad essere professionali nel proprio lavoro, operare le separazioni necessarie per una vita dignitosa…
Ma, a fronte di tutte queste diversificate “porte strette” che in qualche modo vengono poste dinanzi a noi dall’esterno, esiste una “porta stretta” dentro di noi con la quale, prima o poi, dobbiamo confrontarci, quella “porta stretta” che rappresenta la vera e sostanziale sfida della nostra vita affrontando la quale, nulla ci fa più paura. Questa “porta stretta” è il confronto esistenziale con la nostra debolezza, con ciò che sistematicamente evitiamo, con ciò che ci ha fatto e ci fa fuggire, e ci fa investire compulsivamente le nostre migliori energie fuori di noi…
La “porta stretta” di cui parla Gesù, dove entrare è davvero difficile, doloroso, ma rappresenta la sola via per maturare davvero, per conoscerci in verità, per assaporare cosa significa “pace”, per andare oltre la paura, per divenire ciò che davvero siamo chiamati ad essere.
L’antifona di ingresso, l’Introito della celebrazione odierna è tratto dal Salmo 85 (Sal 85, 1.2.3) con il seguente testo:
“Inclina, Domine, aurem tuam ad me, et exaudi me.
Salvum fac servum tuum, Deus meus, sperantem in te.
Miserere mihi, Domine, quoniam ad te clamavi tota die.”
(Piega verso di me il tuo orecchio, Signore e ascoltami.
Mio Dio, salva il tuo servo che spera in te.
Pietà di me, Signore, perché a te grido tutto il giorno).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è dei Cantori Gregoriani diretti da Fulvio Rampi.
Buona domenica e un caro saluto.