Liturgia&Musica

Solennità dell’Assunzione di Maria in cielo

di Massimo Palombella

Tiziano Vecellio, Assunzione in cielo della Beata Vergine Maria, (1516-1518) Basilica di Santa Maria Gloriosa dei Frari, Venezia

La solennità odierna è celebrata in un giorno chiamato “Ferragosto”, nome che deriva dalla locuzione latina “feriae Augusti” (riposo di Augusto) indicante una festività istituita dall’imperatore Augusto nel 18 a.C. che si aggiungeva alle esistenti e antichissime festività cadenti nello stesso mese, come i “Vinalia rustica” o i “Consualia”, per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. L’antico Ferragosto, oltre agli evidenti fini di auto-promozione politica, aveva lo scopo di collegare le principali festività agostane per fornire un adeguato periodo di riposo, anche detto “Augustali”, necessario dopo le grandi fatiche profuse durante le settimane precedenti.
Le origini della festa dell’Assunzione si trovano in Oriente, nella metà del VI secolo, come risulta dalla narrazione dei pellegrini che hanno visitato Gerusalemme in quegli anni. Verso la fine del secolo VII, l’imperatore Maurizio estende la festa a tutte le regioni dell’Impero, fissandola al 15 agosto.

Il Dogma, la verità di fede, circa l’Assunzione di Maria al cielo fu proclamato da Papa Pio XII il 1° novembre del 1950 con la Costituzione Apostolica “Munificentissimus Deus”. Tale dogma è l’ultimo storicamente definito nella Chiesa.
Celebrare Maria “assunta in cielo” dovrebbe interrogarci sulla vera qualità della nostra vita. Infatti, la nostra umanità è intrinsecamente abilitata a “vedere Dio” e questa “abilitazione” nativa diviene realtà nelle scelte che operiamo attraverso l’esercizio della nostra libertà. Le nostre scelte lentamente permettono alla nostra vera identità di prendere forma, quella forma che ha il sapore dell’eternità, quella forma che rende ogni giorno di più la nostra vita degna di essere vissuta.

L’introito della Celebrazione odierna è tratto dal dodicesimo capitolo del Libro dell’Apocalisse (Ap 12, 1) con il seguente testo:
“Signum magnum appáruit in caelo:
múlier amícta sole, et luna sub pédibus ejus,
et in cápite ejus coróna stellárum duódecim.”

(Un grande segno apparve in cielo:
una donna vestita di sole con la luna sotto i suoi piedi
e sul capo una corona di dodici stelle).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è della Schola Gregorianista Donosti Ereski. La traccia musicale è rintracciabile nel CD “Schola Gregorianista Donosti Ereski – Urte Gregorianoa” pubblicato nel 2000 da Elkar.

Buona Solennità e un caro saluto.

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