A Pomposa la Cappella Musicale Pontificia “Sistina” per la festa dei mille anni della notazione musicale
In occasione dei mille anni dall’intuizione di Guido, monaco benedettino di Pomposa, per la grafia musicale, venerdì 24 giugno alle ore 20 canto del Vespro nella chiesa abbaziale di Pomposa con la partecipazione della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”.
L’anniversario dei mille anni dalla fortunata intuizione di Guido monaco, vede a Pomposa una settimana di iniziative musicologiche organizzate dal Comune di Codigoro, con il supporto e la collaborazione dell’Arcidiocesi di Ferrara-Comacchio, che culmineranno venerdì 24 giugno 2022 alle ore 20 con la partecipazione della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” diretta da mons. Marco Pavan per l’animazione liturgico-musicale dei vespri solenni presieduti dall’arcivescovo della Diocesi di Ferrara Comacchio, mons. Gian Carlo Perego, nella solennità del Sacro Cuore di Gesù. A seguire il coro pontificio terrà un concerto corale.
La data scelta non è casuale: il 24 giugno è la solennità della Natività di San Giovanni Battista e l’inno dei vespri “Ut queant laxis” è stato utilizzato da Guido monaco per individuare le note dell’esacordo costituendo così un facile esempio di solfeggio. A Pomposa Guido musico maturò la grande invenzione del rigo musicale-ditonale rinnovando la pedagogia musicale che è arrivata fino a noi.
Nei giorni scorsi è stato effettuato un intervento straordinario di manutenzione e di accordatura dell’organo a canne dell’Abbazia di Pomposa, a cura dell’Arcidiocesi: lo strumento sarà suonato dal maestro Jospe Solé Coll, primo organista della basilica papale di San Pietro in Vaticano e Organista per le Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice, durante il canto dei vespri. Durante la celebrazione verranno cantate in lingua latina le melodie gregoriane del “Breviarium Romanum” a cori alterni: il coro della Cappella Pontificia Sistina sarà il coro guida, mentre il coro di risposta sarà composto da tutta l’assemblea presente unitamente al Coro di San Martino di Codigoro e una rappresentanza del Coro del Duomo di Comacchio. Una volta conclusi i vespri, il coro si posizionerà davanti al presbiterio dell’Abbazia e avrà inizio il concerto che inizierà con l’inno Ut queant laxis per poi proseguire con brani tratti dal repertorio gregoriano e mottetti polifonici di Giovanni Pierluigi da Palestrina, Lorenzo Perosi (di cui quest’anno ricorre l’anno perosiano per 150 anni dalla sua nascita) e Domenico Bartolucci. Il concerto verrà concluso dall’esecuzione del “Miserere” di Gregorio Allegri.
La celebrazione dei Vespri saranno preceduti, alle ore 17, dalla presentazione del brand “Pomposa Mater Musicae“, attraverso il quale la figura di Guido monaco sarà legata indissolubilmente alla storia mondiale della musica e alla sua culla, la millenaria Abbazia di Pomposa.
Alle ore 18 si terrà la conferenza del musicologo Angelo Rusconi sul tema ‘Guido Musicus Monaco di Pomposa: conoscenze attuali e prospettive di ricerca’.
I Vespri e il Concerto saranno trasmessi in diretta streaming sul canale youtube del Servizio Comunicazioni Sociali della Diocesi.
A livello liturgico è da ricordare che, vista la coincidenza della solennità della Natività di san Giovanni Battista con la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, la Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti un anno fa ha emanato alcune disposizioni:
- al 24 giugno: tutto della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù;
- la solennità della Natività di san Giovanni Battista è anticipata a giovedì 23 giugno. I Primi Vespri e la Messa vespertina della vigilia si celebrano il 22 giugno;
- sono omessi i Secondi Vespri della solennità della Natività di San Giovanni Battista che lasciano la precedenza ai Primi Vespri della solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù;
- dove san Giovanni Battista è Patrono della nazione o della diocesi o della città o di una comunità religiosa, la solennità della Natività di san Giovanni Battista si celebra il 24 giugno, mentre la solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù viene celebrata il 23 giugno fino all’Ora Nona compresa.
Chi era Guido monaco? Nacque intorno all’anno 991. Il luogo della sua nascita è incerto in quanto Ferrara, Pomposa, Talla e Arezzo si contendono i natali; anche se egli stesso afferma di essere nato nel territorio di Pomposa (“in pago pomposiano exhortus”). Fu monaco benedettino sin dal 1013, quando iniziò il percorso nell’abbazia di Pomposa, sulla costa Adriatica vicino a Ferrara. Proprio a Pomposa iniziò la sua vocazione per la musica quando gli venne dato l’incarico di curare l’insegnamento della musica ai più giovani. Con questo ruolo si rese conto delle difficoltà che il metodo in atto aveva nell’apprendere e ricordare i canti della tradizione gregoriana e la ritmica della musica. Per risolvere questo problema, ideò e adottò un metodo d’insegnamento completamente nuovo, che lo rese presto famoso in tutta Italia. Guido trovò la maniera di scrivere i neumi in modo tale che chiunque, senza l’ausilio del maestro e senza impiegare molto tempo, potesse leggere, capire ed interpretare gli intervalli dei toni e dei semitoni. A tale scopo Guido segnò con colori speciali le linee del DO e del FA per dar modo al cantore di discernere prontamente la posizione dei due semitoni MI-FA e SI-DO; appose le lettere “chiavi” davanti al rigo per fissare con chiarezza la posizione dei toni e semitoni.
La scoperta di Guido si rivelò così rivoluzionaria che non tutti i monaci dell’abbazia pomposiana la apprezzarono, tanto che l’abate Guido fu costretto a spostare il benedettino ad Arezzo, dove vescovo era Teodaldo. A tal proposito Guido scriveva all’amico monaco di Pomposa, Michele: “Maledetta sia sempre l’invidia che dal Paradiso terrestre fino ai nostri giorni toglie agli uomini la pace“. Per fortuna di Guido Monaco di Pomposa, Arezzo aveva una scuola di canto pronta ad essere rinnovata, benché priva di un’abbazia. Qui giunto, si pose sotto la protezione del vescovo Teodaldo, a cui dedicò il suo famoso trattato: il Micrologus. Dal 1025, Guido fu insegnante di musica e canto nell’antica sede della cattedrale di Arezzo, situata al Colle del Pionta, fuori dalle mura della città. Qui ebbe modo di applicare la moderna notazione musicale, che avrebbe rivoluzionato il modo di insegnare.