Liturgia&Musica

Solennità di Pentecoste

di Massimo Palombella

Tiziano Vecellio, Discesa dello Spirito Santo, 1545-1546 circa (Basilica di Santa Maria della Salute, Venezia)

La celebrazione odierna della Pentecoste, 50 giorni dopo la Pasqua, conclude il Tempo Pasquale. Nei primi tempi della Chiesa la Pentecoste era considerata nella prospettiva unitaria della Pasqua, di cui il cinquantesimo giorno costituiva appunto la chiusura. Nel VII secolo si iniziò a celebrare la Pentecoste come memoria della discesa dello Spirito Santo e divenne una festa autonoma con un’ottava sganciata dal rapporto unitario e vitale con il Mistero Pasquale. La Riforma Liturgica del Concilio Vaticano II ha soppresso l’ottava e ha ridato alla Celebrazione della Pentecoste il suo significato originario.
La Pentecoste è il compimento dell’Incarnazione, il “momento di entrare in comunione con la natura del Verbo, cioè di passare dalla vita naturale di prima a quella che trascende l’esistenza umana, e a ciò non potevamo arrivare se non divenendo partecipi dello Spirito Santo” (dal «Commento sul Vangelo di Giovanni» di san Cirillo di Alessandria, vescovo [Lib. 10; PG 74, 434]).
La separazione da Gesù, avvenuta con l’Ascensione, ci porta il dono dello Spirito Santo che riceviamo per “conoscere”, per essere capaci lentamente di stabilire quel personale rapporto con il Signore che solo ci rende capaci, come lo furono gli Apostoli, di vivere e morire per Lui, di fare la Verità, di affrontare le nostre paure, di portare i nostri pesi, di essere, in sostanza, le persone che possiamo, dobbiamo e siamo chiamati ad essere.

L’antifona di Offertorio di oggi è tratta dal Salmo 67 (Sal 67, 29-30) con il seguente testo:
“Confirma hoc, Deus, quod operatus es in nobis;
a templo tuo, quod est in Ierusalem, tibi offerent reges munera, alleluia.”

(Conferma, o Dio, ciò che hai operato in noi,
dal tuo tempio in Gerusalemme i re offriranno doni, alleluia).

La musica allegata è di Giovanni Pierluigi da Palestrina (1525-1594), e proviene dal libro degli “Offertoria totius anni” pubblicato a Roma nel 1593. L’interpretazione è della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. Il brano musicale è contenuto nell’CD “Palestrina. Missa Papae Marcelli | Motets” edito da Deutsche Grammophon nel 2016.

Buona domenica e un caro saluto.

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