V Domenica del Tempo Pasquale/C
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Gv 13, 31-33a. 34-35) Gesù dà agli Apostoli il “comandamento nuovo”, quello di amarsi gli uni gli altri come lui stesso ha amato loro.
Il comandamento “nuovo” di Gesù è tale perché lentamente può rendere “nuova” la nostra vita. Infatti, lasciarsi sfidare da Gesù nelle nostre relazioni significa riconoscere e prendere le distanze da profondi stilemi culturali-educativi che informano impercettibilmente il nostro relazionarci.
Una certa idea di giustizia dove chi ha sbagliato deve pagare, chi è stato offeso, calunniato deve, in qualche modo, rimettere le cose a posto in una sorta di logica vendicativa che ristabilisce l’ordine delle cose; tutto ciò, questa precisa idea di giustizia se siamo onesti, non appartiene al Vangelo e, in ultima istanza, non ci fa del bene.
Imparare a guardare “oltre” è ciò che lentamente rende “nuova” la nostra vita, è ciò che permette di trasformare la nostra fede da un’idea astratta ad un fatto concreto. Imparare – non senza fatica e sofferenza – che le grandi cose si devono perdonare e le piccole non occorre considerarle, è entrare nella logica del Vangelo che ci porta a fare “nuova” la nostra vita, a vivere meglio, a divenire, ogni giorno di più, le persone che possiamo e dobbiamo essere.
L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal Salmo 65 (Sal 65, 1.2.16) con il seguente testo:
“Iubilate Deo, universa terra,
psalmum dicite nomini eius.
Venite, et audite, et narrabo vobis, omnes qui timetis Deum,
quanta fecit Dominus animae meae, alleluia.”
(Terra tutta alza a Dio voci di giubilo,
proclama un salmo al suo nome.
Venite e ascoltate, voi tutti che temete Dio,
e vi racconterò quanto ha fatto il Signore per l’anima mia, alleluia).
La musica è del compositore ungherese László Halmos (1909-1997). L’interpretazione, dal vivo, è della Cappella Musicale Pontificia “Sistina” alla Celebrazione Papale del 24 novembre 2013 ascoltabile dal punto 1h 00′ 13″.
Buona domenica e un caro saluto.