Pasqua di Risurrezione/C
di Massimo Palombella
La Liturgia cristiana nel Rito Romano fa iniziare la Messa del Giorno di Pasqua con un Introito – Resurrexit – che è nello stesso modo gregoriano (il IV modo) dell’Introito Nos autem gloriari della Messa in coena Domini. Questo particolare modo – meditativo e introverso, una sorta di modo di “morte” – ben si addice all’inizio del Triduo Pasquale ma, all’interno di una nostra superficiale comprensione, forse risulta poco appropriato per il giorno di Pasqua. Eppure, la Chiesa, proprio il giorno di Pasqua fa risuonare la Risurrezione con il retrogusto della Passione e morte per indicare con chiarezza che il Cristo che ha patito, è morto, è disceso agli inferi, quello stesso Cristo è risorto. Esattamente come l’antica iconografia bizantina che raffigura il Cristo glorioso con i segni della passione.
Ad un certo punto della vita, da adulti, la Risurrezione diviene una scelta che include necessariamente la croce. Non risorgiamo senza le nostre sofferenze, le nostre debolezze e i nostri insoluti. Ma è proprio attraverso tutto ciò – assunto, accettato e “vissuto” – che possiamo davvero risorgere e credere in un Dio reale, oltre ogni nostra invenzione. Le nostre cicatrici dicono la nostra storia e, in fondo, sono il segno dell’amore e della misericordia di Dio, il vero Dio.
Buona Pasqua di cuore.