Giovedì Santo. Messa Vespertina “in coena Domini”
di Massimo Palombella
Buon inizio del Triduo Pasquale con la Messa Vespertina “in coena Domini”.
L’antifona di comunione, della Celebrazione odierna è tratta dalla Prima Lettera di Paolo Apostolo ai Corinzi (1 Cor 11, 24) con il seguente testo:
“Hoc corpus, quod pro vobis tradetur:
hic calix novi testamenti est in meo sanguine, dicit Dominus:
hoc facite, quotiescumque sumitis, in meam commemorationem.”
(Questo è il mio corpo che sarà consegnato per voi;
questo è il calice della nuova alleanza nel mio sangue, dice il Signore.
Ogni volta che ne prendete fatelo in memoria di me).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione, è della “Capella Antiqua München” diretta da Konrad Ruhland. La traccia musicale è rintracciabile nel CD “Gregorian Chant: Paschale Mysterium” pubblicato nel 1998 da Sony Music Entertainment.
È interessante notare che, rispetto al Rito Romano, la sera del Giovedì Santo, la Liturgia Ambrosiana non commemora propriamente l’istituzione dell’Eucaristia, ma è già solenne commemorazione liturgica della Passione del Signore, configurandosi, per così dire, come celebrazione dei “primi vespri” del primo giorno del Triduo Pasquale che è, in conformità alle fonti storico-liturgiche, il Venerdì Santo.
L’essenza del Giovedì Santo Ambrosiano è sintetizzata in un antico testo liturgico, il post Evangelium della Messa in Cena Domini, che la Liturgia Ambrosiana ha ereditato dall’Oriente Bizantino traducendo perfettamente un’antifona greca della seconda metà del VI secolo:
“Cænæ tuae mirabili hodie, Filius Dei, socium me accipis.
Non enim inimicis tuis hoc mysterium dicam; non tibi dabo osculum, sicuti et Iudas,
sed sicut latro confitendo te: Memento mei, Domine, in regno tuo .
(Al tuo banchetto stupendo, oggi, Figlio di Dio, mi accogli come amico.
Non affiderò ai tuoi nemici questo mistero, né ti darò un bacio, come Giuda,
ma come il ladro in croce affidandomi a Te, dico: «Ricordati di me, Signore, nel tuo regno!»)
Nel testo emerge chiaramente come il fedele sia invitato a rivivere, in unità, tutti i momenti salienti dell’intero Mistero Pasquale: è invitato a partecipare alla “mistica cena” Eucaristica, a rifuggire dal tradimento di Giuda, a ripetere l’atto di fede del buon ladrone sulla croce per ottenere dalla grazia di Cristo il premio del regno. Dagli avvenimenti sublimi e tragici della notte del Giovedì Santo lo sguardo si spinge verso il Calvario del venerdì e giunge fino alla promessa della vita eterna, quasi un anticipo della luce pasquale della risurrezione.
La musica allegata, in Canto Ambrosiano, è tratta dall’Antiphonale Missarum Iuxta Ritum Sanctæ Ecclesiæ Mediolanensis, pubblicato a Roma nel 1935. L’interpretazione, dal vivo, è dalle Cappella Musicale del Duomo di Milano al Concerto tenutosi nella Chiesa di san Gottardo in Corte il 18 marzo 2022.
Un caro saluto.