II Domenica di Quaresima/C
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Lc 9,28b-36) Gesù si trasfigura davanti a Pietro, Giovanni e Giacomo che, svegliatisi dal sonno che li opprimeva “videro la sua gloria”.
Vedere la gloria di Dio è il compimento della vita, è la realizzazione di ogni nostro desiderio, è la collocazione di ogni nostro insoluto. Vedere la gloria di Dio è, specularmente, conoscere in verità noi stessi, assumere tutto, accettarlo e trasformarlo in offerta a Dio.
La croce è parte di questo cammino, parte essenziale e, in qualche modo, necessaria. Infatti, la “gloria di Dio” abita, paradossalmente, nelle nostre debolezze, attraverso le quali cogliamo in verità la nostra essenza e, insieme, la realtà di un amore che ci precede, ci avvolge e ci conduce.
L’antifona di ingresso, l’Introito della celebrazione odierna è tratto dal Salmo 26 (Sal 26, 8. 9 et 1) con il seguente testo:
“Tibi dixit cor meum quaesívi vultum tuum,
vultum tuum, Dómine, requíram.
Ne avértas fáciem tuam a me.“
(A te ha detto il mio cuore: ho cercato il tuo volto.
Il tuo volto, Signore, cercherò;
non distogliere da me la tua faccia.)
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è dei monaci di Ampleforth Abbey. La traccia musicale è rintracciabile nel CD “Vision of Peace. Thew way of the Monk” pubblicato nel 2016 da Musical Concepts.
Buona domenica e un caro saluto.