VIII Domenica del Tempo Ordinario/C
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Lc 6,39-45) Gesù, attraverso la parabola del cieco che guida un altro cieco, della pagliuzza e trave nell’occhio e dell’albero che produce frutti, ci conduce ad un livello profondo della vita. Infatti, solo il contatto con noi stessi, la conoscenza della nostra interiorità e delle vere motivazioni del nostro agire, ci permettono una sana relazione con la realtà e una interlocuzione con un Dio che non è una nostra invenzione.
Le semplici e plastiche immagini che Gesù propone – in un tipico linguaggio della cultura dove ha vissuto – ci dicono con chiarezza gli atteggiamenti di chi ha, o non ha una vita interiore, di chi è, o non è in contatto con se stesso.
Se il Dio nel quale diciamo di credere esiste davvero, lentamente dovrebbe condurci alla realtà, a conoscere noi stessi, a purificare le motivazioni del nostro agire e ad abbandonare – non senza fatica – tanti atteggiamenti e azioni che non dicono nei fatti la verità di noi. La relazione con il vero Dio ci conduce fondamentalmente ad agire, e non più reagire, a vivere, e non più difenderci, a legarci, e non più scappare.
L’antifona di Offertorio della Celebrazione odierna è tratta dal salmo 6 (Sal 6,5) con il seguente testo:
“Domine convertere, et eripe animam meam:
salvum me fac propter misericordiam tuam.”
(Volgiti, Signore, e libera la mia vita;
salvami per la tua misericordia).
La musica allegata è di Bruno Bettinelli (1913-2004). L’interpretazione è dell’”Ensemble del Giglio” diretta da Livio Cavallo. La traccia musicale è reperibile nel CD “Sentinelli, Bettinelli, Verlingieri, Kirschner – Quando Canto – Choral Glimpses in Italian Contemporary Music” edito da “Da Vinci Classics” nel 2019.
Buona domenica e un caro saluto.