Liturgia&Musica

VI Domenica del Tempo Ordinario/C

di Massimo Palombella

Liber Floridus, Beatitudini, sec. XI

Nel Vangelo di oggi (Lc 6,17.20-26) Gesù, verso una gran folla di suoi discepoli e una gran moltitudine di gente da tutta la Giudea, in un luogo pianeggiante, parla delle “beatitudini”.

È facile, e anche comodo, accontentarsi di una lettura “sociologica” di quanto Gesù afferma sostenendo implicitamente l’esistenza una sorta di “pole position” in relazione alla nostra salvezza. Sostanzialmente se sono povero, ho fame o piango, mi trovo una posizione “privilegiata” rispetto a chi ha una vita agiata, non soffre la fame ed è sereno davanti alla vita.

Ma, in questa ingenua visione dimentichiamo che nessuno di noi sceglie i propri genitori, decide dove nascere, o il colore degli occhi o dei capelli…

Quando nasciamo ci ritroviamo in una situazione fondamentalmente non scelta, situazione che diventa la nostra grande opportunità per costruire le persone che possiamo e dobbiamo essere. In relazione alla “salvezza”, alla vera realizzazione della nostra vita, l’unica cosa che conta è solo e soltanto l’esercizio della nostra liberta, quella caratteristica che, più di ogni altra ci rende, simili a Dio.

Possiamo nascere poveri o ricchi, ma questa non è una nostra scelta. È nostra scelta invece trasformare la situazione nella quale ci siamo ritrovati in un’opportunità e non in una “maledizione”.

Le caratteristiche che Gesù evidenzia, per le quali possiamo essere chiamati “beati”, non sono altro che nostre scelte, nostra responsabilità. Noi renderemo conto non della nostra ricchezza o povertà ma di come abbiamo saputo usare della nostra libertà per operare quelle scelte che, nella concretezza, dicono la verità di noi.

L’antifona di ingresso, l’Introito della celebrazione odierna, è tratta dal Salmo 30 (Sal 65, 3, 4) con il seguente testo:

“Esto mihi in Deum protectorem, et in locum refugii, ut salvum me facias:
quoniam firmamentum meum, et refugium meum es tu:
et propter nomen tuum dux mihi eris, et enutries me.”

(Sii per me Dio protetto re e luogo di rifugio per salvarmi,
perché tu sei la mia fortezza e il mio rifugio
e per il tuo nome mi guiderai e mi nutrirai).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979.

Buona domenica e un caro saluto.

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