Liturgia&Musica

IV Domenica del Tempo Ordinario/C

di Massimo Palombella

Rovine dell’antica sinagoga di Cafarnao

Nel Vangelo di oggi (Lc 4,21-30) le persone presenti nella Sinagoga di Nazaret si “riempiono di segno” udendo le parole di Gesù. Uno sdegno così grande che li conduce a cacciare Gesù fuori dalla città e a tentare di ucciderlo gettandolo giù dal ciglio del monte.

Tutti siamo sicuramente stupefatti, e forse anche indignati, davanti all’atteggiamento di queste persone, ma, se siamo onesti, quell’atteggiamento che stigmatizziamo, spesso ci appartiene. Infatti, quando la paura diviene il criterio delle nostre scelte, la violenza, silenziosamente, si impadronisce della nostra vita.

Spesso le nostre grandi paure non sono “tematizzate” proprio perché sistematicamente evitate, censurate. La paura di non realizzare la vita, la paura di rimanere soli, la paura di deludere le persone importanti ai nostri occhi, la paura di non essere capaci, all’altezza, la paura di fallire, la paura di perdere quelle certezze sulle quali, implicitamente, abbiamo modellato la nostra identità. Tutto questo, se non incontrato, accettato, “capito”, “metabolizzato”, gestisce la nostra vita portandoci a voler eliminare violentemente tutto ciò che mina la nostra stabilità svegliando le nostre silenziose paure.

Avere una relazione adulta con il Dio cristiano significa incamminarsi in un processo nel quale tutto ciò che tendenzialmente evitiamo diviene parte della nostra vita, elemento costitutivo della nostra stessa identità. Le nostre paure possono divenire le nostre migliori risorse, e la violenza che usiamo per reagire, per eliminare ciò che destabilizza la nostra vita, può trasformarsi nella più grande forza per vivere invece di scappare.

L’antifona di ingresso, l’Introito della celebrazione odierna è tratto dal Salmo 104 (Sal 104, 3, 4) con il seguente testo:
“Laetetur cor quaerentium Dominum.
Quaerite Dominum, et confirmamini;
quaerite faciem ejus semper.”

(Si rallegri il cuore di chi cerca il Signore.
Cercate il Signore e siate forti,
cercate il suo volto sempre.)

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979. L’interpretazione è “The Monks of Pluscarden Abbey”. La traccia musicale è reperibile nel CD “A Liturgy for St. Columba” edito da Pluscarden Abbey nel 2017.

Buona domenica e un caro saluto.

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