IV Domenica di Avvento/C
di Massimo Palombella
Nel Vangelo di oggi (Lc 1,39-45) è descritto l’incontro tra Maria ed Elisabetta. Ciò che accomuna queste due donne è l’essersi fidate di Dio che le ha condotte, non senza paura e destabilizzazione, in territori inesplorati. Tutto questo processo ha reso Elisabetta madre, lei che era una donna sterile, e Maria colei che ha dato carne e sangue al Figlio di Dio, e che tutte le generazioni “chiameranno beata”
In queste due donne c’è ognuno di noi. Infatti quando davvero Dio interviene nella nostra vita personale – oltre ogni nostra immagine di Lui – ci destabilizza, ci conduce in territori sconosciuti, ci permette di affrontare le nostre paure, ci mette nella situazione di divenire le persone che possiamo e dobbiamo essere.
Prepararci all’imminente Natale è allora darci il permesso di fare spazio al vero Dio, che nasce in una stalla, che ha “bisogno”, che espone la sua debolezza e fragilità perché anche noi troviamo il coraggio di stare con le nostre debolezze e fragilità, ed essere così condotti dove Lui ci sta attendendo per farci gustare la “vita in abbondanza”.
L’antifona di ingresso, l’Introito della celebrazione odierna è tratto dal capitolo 45 del Libro del profeta Isaia (Is 45, 8) con il seguente testo:
“Rorate caeli desuper, et nubes pluant Iustum:
aperiatur terra, et germinet Salvatorem.”
(Stillate rugiada, o cieli, dall’alto e le nubi piovano il Giusto;
si apra la terra e germogli il Salvatore).
La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979.
L’interpretazione è della Cappella Musicale Pontificia “Sistina”. La traccia Musicale è reperibile nel CD “Cantate Domino. La Cappella Sistina e la musica dei Papi” edito da Deutsche Grammophion nel 2015
Buona domenica e un caro saluto.