Pubblicato il Rito di istituzione dei catechisti
Pubblicata ieri, 13 dicembre, dalla Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti l’Editio typica del Rito di istituzione dei catechisti in vigore dal prossimo 1 gennaio 2022.
Col Motu Proprio “Antiquum ministerium“ dell’11 maggio 2021 Papa Francesco aveva istituito il ministero di catechista. A sette mesi dalla disposizione pontificia, la Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti ha reso noto il Rito di istituzione dei catechisti. Al link https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/12/13/0845/01772.html la versione in latino e al link https://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2021/12/13/0845/01773.html la versione in italiano della Lettera della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti ai Presidenti delle Conferenze dei Vescovi sul Rito di istituzione dei Catechisti.
Il Rito potrà svolgersi durante una Messa o una celebrazione della Parola di Dio (nella Editio vengono indicate anche le letture dell’Antico e Nuovo Testamento) e seguirà un preciso schema: esortazione, invito alla preghiera, testo di benedizione e consegna del crocifisso.
Nella Lettera viene chiarita la natura del ministero: “servizio stabile reso alla Chiesa locale” e soprattutto “ministero laicale che ha per fondamento la comune condizione di battezzato”, quindi “essenzialmente distinto” dal ministero ordinato.
Per evitare fraintendimenti, il prefetto del Culto Divino, l’Arcivescovo Arthur Roche, spiega che il termine “catechista” indica realtà differenti tra loro in relazione al contesto ecclesiale; i catechisti in territori di missione si differenziano pertanto da quelli in Chiese di antica tradizione. Nella grande varietà di forme, si possono comunque distinguere due tipologie principali: i catechisti con il compito specifico della catechesi, altri che partecipano alle diverse forme di apostolato, come la guida della preghiera comunitaria; l’assistenza ai malati; le celebrazioni delle esequie; la formazione di altri catechisti; il coordinamento delle iniziative pastorali; l’aiuto ai poveri.
La lettera precisa che, avendo questo ministero “una forte valenza vocazionale che richiede il dovuto discernimento da parte del vescovo”, non tutti coloro che vengono chiamati “catechisti” o che svolgono un servizio di collaborazione pastorale devono essere istituiti. In particolare, non dovrebbero essere istituiti: i candidati al diaconato e al presbiterato; i religiosi e le religiose, indipendentemente dalla loro appartenenza ad Istituti che hanno come carisma la catechesi; insegnanti di religione nelle scuole e coloro che svolgono un servizio rivolto esclusivamente agli appartenenti di un movimento ecclesiale, ai quali tale funzione “preziosa” viene affidata dai responsabili dei movimenti e non dal vescovo. Per quanto riguarda coloro che accompagnano l’iniziazione di ragazzi e adulti, anch’essi non devono necessariamente essere istituiti nel ministero specifico, ma dovrebbero ricevere all’inizio di ogni anno catechistico “un pubblico mandato ecclesiale con il quale viene loro affidata tale indispensabile funzione”. Ciò non toglie che alcuni di costoro, possano essere istituiti come ministri per il Lettorato o le Catechesi, in base anche a capacità ed esigenze pastorali.
Quanto ai requisiti viene infine affermato che possono essere ammessi tra i candidati al ministero di catechisti uomini e donne “di profonda fede e maturità umana”, “capaci di accoglienza, generosità e vita di comunione fraterna”, con “la dovuta formazione biblica, teologica, pastorale e pedagogica”, che abbiano ricevuto i Sacramenti dell’iniziazione cristiana. Al proprio vescovo ogni candidato deve prima presentare una petizione “liberamente scritta e firmata”.