Liturgia&Musica

I Domenica di Avvento e del nuovo Anno Liturgico/C

di Massimo Palombella

Cantatorium di Saint-Gall (ca 922-925), Introito “Ad te levavi”

L’Avvento ha preso forma progressivamente a partire dal IV secolo. È uno spazio di tempo nel quale siamo invitati a prepararci alla solennità del Natale – dove si ricorda la prima venuta del Figlio di Dio fra gli uomini –  e, insieme, siamo chiamati a riflettere circa l’attesa della seconda venuta di Cristo, alla fine dei tempi.

La connotazione “escatologica” del tempo di Avvento ci viene presentata immediatamente dall’Introito in Canto Gregoriano della Celebrazione odierna, “Ad te levavi”, che è in ottavo modo, lo stesso modo dell’Alleluia che canteremo nella Veglia pasquale e dell’Introito della solennità di Pentecoste. È interessante notare che Il numero 8 nella cultura ebraica significa riposo, pienezza, compimento. E tutto ciò lo celebreremo, infatti, cantando l’Alleluia la notte di Pasqua per affermare il primato della vita sulla morte attraverso la Risurrezione, e nell’Introito a Pentecoste (“Spiritus Domini replevit orbem terrarum”) per celebrare il compimento della nostra salvezza con la discesa dello Spirito Santo.

Iniziamo allora questo cammino di Avvento concentrando la nostra attenzione sull’essenza di ogni nostro desiderio, e cioè il bisogno di senso, di compimento, di pienezza, di pace. E, se siamo onesti, dobbiamo riconoscere che il Signore è il nostro senso, il nostro compimento, la nostra pienezza, la nostra vera pace. Il Signore, la cui attesa può davvero migliorare la nostra vita, il cui desiderio è il segreto per una vita davvero degna di essere vissuta.

La citata antifona di ingresso, l’Introito della celebrazione odierna è tratto dal Salmo 24 (Sal 24, 1-4) con il seguente testo:
“Ad te levavi animam meam:
Deus meus, in te confido, non erubescam:
Neque irrideant me inimici mei:
Etenim universi qui te espectant non confundentur”

(A te, Signore, ho innalzato la mia anima,
Dio mio, in te confido;
che io non debba arrossire, né ridano di me i miei nemici,
poiché tutti quelli che ti attendono non rimarranno confusi).

La musica allegata, in Canto Gregoriano, è tratta dal Graduale Triplex pubblicato a Solesmes nel 1979.
L’interpretazione è di CantArte Regensburg diretti da Hubert Velten. La traccia musicale è reperibile nel CD Gregorian Chants (Advent) edito da Capriccio (2005).

Buona domenica e un caro saluto.

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